Giustizia & Impunità

Fondi Lega, Regione Lombardia non si costituirà parte civile nei processi sul caso Film Commission

La giunta di Attilio Fontana rinuncia a chiedere sin da subito eventuali danni derivanti dall’acquisto a prezzo gonfiato del capannone di Cormano da parte della fondazione, acquisto risalente al 2017 e reso possibile da un super finanziamento da un milione di euro concesso dal Pirellone, in quel periodo guidata da un altro governatore leghista, Roberto Maroni

Regione Lombardia non si costituirà parte civile nei processi sul caso Lombardia Film Commission. La giunta di Attilio Fontana rinuncia dunque a chiedere sin da subito eventuali danni derivanti dall’acquisto a prezzo gonfiato del capannone di Cormano da parte della fondazione, acquisto risalente al 2017 e reso possibile da un super finanziamento da un milione di euro concesso dalla Regione, in quel periodo guidata da un altro governatore leghista, Roberto Maroni. L’annuncio del rifiuto a costituirsi parte civili arriva a pochi giorni della prima udienza fissata per il 21 aprile del processo con rito abbreviato che vede imputati i due contabili del Carroccio Andrea Manzoni (ex presidente Lfc) e Alberto Di Rubba, finiti agli arresti domiciliari con l’accusa di aver pianificato l’operazione immobiliare da 800mila euro con lo scopo di retrocedere a società a loro riconducibili parte della cifra pagata. Partirà invece fra due giorni, il 15 aprile, il secondo procedimento, questa volta con rito ordinario, contro un altro degli imputati, l’imprenditore Francesco Baracchetti. Mentre per la stessa vicenda ha già patteggiato 3 anni e 4 mesi di reclusione Michele Scillieri, il commercialista nel cui studio a Milano aveva portato la sede la nuova Lega di Matteo Salvini, e hanno patteggiato anche Fabio Barbarossa, cognato di Scillieri, e il prestanome Luca Sostegni.

Patteggiamenti che già da soli equivalgono a un’ammissione di responsabilità. Nulla che però abbia convinto la Giunta Fontana a entrare nei processi come parte lesa. Una decisione in contrasto con quella della stessa Lombardia Film Commission che, pur avendo come socio principale proprio la Regione, ha annunciato settimana scorsa la volontà di costituirsi parte civile, come del resto fatto a inizio marzo dall’altro socio, il Comune di Milano.

La giunta Fontana invece non chiederà eventuali risarcimenti già in fase penale, come le opposizioni auspicano invece da settimane. Per spiegare i motivi del rifiuto, Fontana ha mandato avanti il sottosegretario Marco Alparone. È toccato a lui intervenire in consiglio regionale dopo la presentazione di una mozione della presidente della commissione regionale Antimafia Monica Forte (M5S) che, oltre a evidenziare criticità nel sistema degli enti partecipati dal Pirellone, chiedeva la costituzione di parte civile nei processi Lombardia Film Commission. Alparone ha giustificato la scelta parlando di precedenti decisioni della giunta che già nel 2018 aveva dato indicazioni all’avvocatura regionale di non costituirsi nei processi penali se non in casi eccezionali, rinviando le richieste di risarcimento ad autonome azioni civili da avviare dopo le eventuali sentenze di condanna: “Nel caso della Lombardia Film Commission non ci sono ragioni per discostarsi dal criterio generale”, ha detto il sottosegretario buttandola poi sulla differenza tra “l’apparenza” e “la sostanza” di un risarcimento che può anche essere chiesto in un secondo momento.

Non ci sta la consigliera Forte: “Quando si tratta di un’istituzione pubblica l’apparenza conta quanto la sostanza – ha detto in Aula -. Un’istituzione pubblica deve essere integerrima e anche apparire come tale. Costituirsi parte civile acquisisce grande rilevanza per sottolineare la distanza da certi fatti e certe risultanze giuridiche, serve per far capire agli elettori che della politica ci si può tornare a fidare. Ci sono questioni di opportunità e apparenza che contano più della sostanza”. Dello stesso avviso la consigliera del Pd Paola Bocci: “C’è un tema di fiducia dei cittadini, ma anche di reputazione. Il motivo per cui vogliamo uno scatto d’orgoglio e la costituzione di parte civile è che la Regione mette più fondi di qualunque altro nella fondazione e si è impegnata con un finanziamento di un milione usato proprio per acquistare il bene finito al centro del caso”. Parole cadute nel vuoto, visto che la maggioranza di centrodestra ha votato contro la mozione. E così, per il momento, la Regione si tiene alla larga da un procedimento che in fase di indagine ha dato anche nuovi spunti all’inchiesta sui fondi della Lega e sui 49 milioni di rimborsi elettorali illecitamente incassati.

@gigi_gno