Economia & Lobby

C’è chi specula sui vaccini e chi annienta le imprese già deboli. Così opera il neoliberismo

Il sistema economico patologico, predatorio e incostituzionale del neoliberismo presenta i suoi caratteri peggiori e antisociali proprio in questo momento di crisi nel quale al principio della concorrenza dovrebbe sostituirsi quello della solidarietà.

L’esempio più eclatante di questa insopportabile distorsione economica è dato dalla Serbia, la quale, dopo essersi approvvigionata di molti tipi di vaccini, li offre in vendita a chiunque voglia recarsi a Belgrado, scegliendo il vaccino preferito e, ovviamente, pagando l’importo del viaggio, del soggiorno e del vaccino stesso.

A mio avviso si tratta di una vera e propria speculazione sui farmaci, possibile solo in un regime economico sbagliato come quello attuale.

Sul piano europeo inoltre si è sviluppata una lotta concorrenziale su chi riesce ad immunizzare per primo i propri cittadini, in modo da rientrare per primo vittorioso negli scambi commerciali.

È il caso della Gran Bretagna che, dopo aver sbandato per aver sottovalutato la gravità del contagio da corona virus, ha oggi vaccinato la maggior parte della popolazione e si avvia a riaprire alla grande tutte le attività industriali e commerciali.

L’effetto più negativo e ingiusto di questo sistema economico predatorio riguarda purtroppo il nostro Paese e in particolare la situazione di Alitalia.

I nostri commissari hanno puntato tutto sulla trasformazione di Alitalia in una compagnia di ridotte dimensioni denominata Ita, proprio per assecondare i principi concorrenziali che non consentono a chi ha pochi mezzi maggiori attività e maggiori guadagni.

Sennonché è proprio su questo ridimensionamento che si scaglia l’attività funesta di Margarethe Vestager, commissaria alla concorrenza della Commissione europea, la quale, proprio in virtù del ridimensionamento di Ita, richiede una svendita degli slot (cioè dei diritti di atterraggio) italiani da consegnare a compagnie più forti in grado di utilizzarli con maggior profitto.

È chiaro che, a questo punto, l’attuale sistema economico predatorio e patologico esalta i più forti e persegue l’annientamento dell’imprese più deboli.

I nostri rappresentanti a Bruxelles resisteranno contro questa indebita sottrazione di ricchezza alla istituenda Ita, la quale proprio con l’apporto degli slot potrebbe riavviarsi a diventare una compagnia aerea capace di svolgere i suoi servizi a lungo raggio, ma l’opposizione dei Paesi concorrenti, Francia in testa, e della citata commissaria Vestager renderanno assai difficile un esito favorevole per il nostro settore aereo.

Insomma stiamo vivendo in un sistema economico distruttivo dei deboli, che sta portando l’economia italiana a una fine non più evitabile.

Se il nostro governo, e in particolare Mario Draghi, non vorranno capire che il primo problema italiano è difendersi dalla concorrenza europea e straniera, soprattutto nazionalizzando le fonti di ricchezza nazionale e cioè i servizi pubblici essenziali, le industrie strategiche, le fonti di energia e le situazioni di monopolio, e che quindi è assurdo cedere all’Unione europea altra sovranità (come ha detto Draghi nel suo discorso di presentazione alle Camere), l’Italia sarà votata al definitivo impoverimento e alla sua completa soggezione ai Paesi economicamente più forti, perdendo così la sua indipendenza.

Spero che gli italiani si rendano conto che la causa di questo disastro è l’affermazione neoliberista della concorrenza che non ha pietà per i deboli, ed è per questo un sistema economico ingiusto e incostituzionale e che si rendano conto che la salvezza dell’Italia, se ancora non è troppo tardi, sta nella ricostituzione del sistema economico fisiologico ed egualitario del keynesianesimo, come prevedono gli articoli 1, 2, 3, 11, 41, 42 e 43 della nostra Costituzione repubblicana e democratica.