Politica

Esiste un male oscuro in Italia, ed è un certo modo di fare politica

Esiste un male oscuro da tempo in Italia, non è la pandemia ma un certo modo di pensare. Un certo modo di fare politica. Un certo modo di fare “informazione”. Un certo modo di fare e di interpretare la “giustizia”. E se si guarda indietro nel tempo ha tutto un legame e una connessione preoccupante. Si potrebbe fare un salto molto indietro nel tempo, ma si potrebbe anche fare un esempio del 2016: l’anno del Referendum costituzionale che avrebbe potuto snellire e rendere più efficiente il sistema politico italiano. Tutti quei temi ora, in piena pandemia, sono tornati di moda e in molti riconoscono che sarebbero stati molto utili a far funzionare meglio il Paese.

C’è chi lo dice direttamente e chi indirettamente perché prima era schierato contro, e non solo contro il Referendum, ma contro il solito Capro espiatorio. È proprio questo il grande male oscuro della politica e della vita socio-economica del nostro Paese: non ragionare e affrontare i problemi nel merito, ma legare tutto all’odio personale contro un unico nemico di turno e il tutto per nascondere i nodi mai risolti della nostra società e, soprattutto, un modus operandi di una vecchia classe dirigente che non ama perdere il proprio potere.

Questo tarlo purtroppo è riconducibile principalmente a una parte della sinistra italiana, la famosa “Ditta”, i vecchi finti comunisti, quelli che predicano bene ma razzolano male, e si è poi esteso in vari settori, tutti legati da un mondo sotterraneo. Tutti nascosti nei meandri degli Uffici statali e dei suoi migliaia di posti di sottogoverno. Questa è la verità che pian piano sta emergendo. La rivoluzione del Governo Draghi è e sarà proprio questa: l’operazione verità. Ed è emblematico che i maggiori detrattori del Governo Draghi siano quei pezzi di società, di politica, del sistema giudiziario e di informazione che si sentono in pericolo. Lo fanno scommettendo e sperando nel fallimento del governo senza tener conto e preoccuparsi delle sorti generali dell’Italia.

Cercano quotidianamente ogni pretesto per cercare di nascondere i fallimenti gravi dei loro amici politici. I grandi moralizzatori, i grandi opinionisti, i grandi esperti che imperversano sempre nei soliti programmi televisivi e solo per un unico scopo: parlare male del loro nemico. Un sistema assurdo che avvelena costantemente il clima e la realtà. Disinformazione di massa, nessun argomento nel merito e nessuna utilità per i cittadini. Al contrario i più deboli, i più influenzabili, i meno colti sono in facile balia dei populisti di professione con l’unico scopo di tenere in piedi il proprio sistema di tornaconto personale. Ma nonostante ciò, sta emergendo sempre con più forza il dramma del Governo Conte nel gestire la pandemia e stanno emergendo degli errori, delle omissioni, delle inefficienze e delle situazioni sempre più preoccupanti. E se si va a vedere chi, con grande ostinazione, tenacia e falsità ha difeso Giuseppe Conte e Rocco Casalino è presto svelato l’arcano.

Oggi, invece, stiamo verificando con mano che le funzioni e i compiti delle Regioni in materia di sanità stanno rendendo l’Italia ingestibile e ingessata. Il Referendum costituzionale del 2016 avrebbe risolto questo problema. Ma anche lì si preferì usare il metodo denigratorio, non per l’interesse generale ma per quello particolare. E si va a finire sempre nella grande disinformazione di massa.

Stessa cosa per il piano vaccinale. Se ci fosse stato Conte oggi, Arcuri e le sue primule sarebbero ancora in alto mare. E i ritardi odierni non sono altro che il frutto di quelle idee scellerate e malsane.

Il dramma politico peggiore lo sta vivendo il Partito Democratico, o meglio quello che ne resta. Il tarlo della Ditta ha spinto così tanto che è riuscito a uccidere il Pd e il suo vero scopo riformista. Ha spinto da dentro facendo fuori un suo giovane leader e, da quel momento, si è venduto alla macchina del populismo grillino. Con il Governo Conte ha raggiunto il suo massimo ed ora sta avanzando versa la mossa finale: l’abbraccio unico e mortale con Beppe Grillo. Le mosse odierne di Enrico Letta sono prevedibili e mascherate da finto riformismo. Sta usando la questione di genere per far fuori i capigruppo di Camera e Senato.

Stesso parametro, però, non viene utilizzato con i ministri del Governo Draghi e con Letta stesso. Il tutto per cancellare ogni ombra di riformismo e finire definitivamente succubi del populismo giustizialista a convenienza di quello che rimane dei Grillini. Questa è la realtà. Un Pd ritornato alla Ditta. Un Pd non di sinistra ma populista. Un Pd non riformista ma giustizialista. Un Pd non di Letta ma di Grillo e D’Alema. Un Pd che non esiste più.

E mentre il Governo Draghi andrà avanti si capirà sempre di più quanto il tarlo della Ditta e di Grillo abbiano danneggiato l’Italia e quanto stavamo rischiando. Gli scenari politici non potranno essere più gli stessi ed è forse arrivato il momento di guardare in faccia la realtà. Da una parte i fasulli, gli odiatori, i finti moralisti, i populisti e i fomentatori di odio e dall’altra chi ha a cuore le sorti generali dell’Italia parlando dei veri problemi e ragionando nel merito.