Cronaca

Riapertura scuole: verso il ritorno in classe dopo Pasqua per gli alunni fino alla prima media. Tamponi a tappeto con l’esercito

L'opzione più largamente condivisa nella maggioranza è che dal 7 aprile tornino in classe tutti i bambini fino alla prima media, anche nelle zone rosse. L'idea è di tenere costantemente monitorata la situazione con tamponi rapidi fatti il primo giorno e poi ripetuti ogni settimana prima dell'ingresso in classe. In caso di positività si procederà con un test molecolare a tutta la classe così da intercettare subito possibili focolai e creare delle "bolle" Covid-free nelle scuole

La scuola si prepara a ripartire dopo Pasqua, per l’ennesima volta in epoca Covid. Le parole di nuovo nette del presidente del Consiglio Mario Draghi sulla riapertura in primis delle scuole, allo scadere del decreto legge, il prossimo 6 aprile, riaccendono il dibattito sull’organizzazione per garantire la massima sicurezza ad alunni e insegnanti: l’opzione più largamente condivisa nella maggioranza è che dal 7 aprile tornino in classe tutti i bambini fino alla prima media, anche nelle zone rosse. Ancora tutta da discutere, invece, l’ipotesi di ripristinare almeno una percentuale di didattica in presenza per i ragazzi delle classi superiori. Per questo, come anticipa il Corriere della Sera, il governo sta mettendo a punto un piano in collaborazione con il Ministero della Difesa che prevede tamponi rapidi settimanali obbligatori all’ingresso di tutti gli istituti di ogni ordine e grado, compresi i nidi e le materne.

Sia il premier Draghi che il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi sono stati infatti categorici sulla necessità di riaprire le scuole nonostante i ritardi nella campagna vaccinale e in questo senso si sta lavorando in sinergia con l’ex coordinatore del Cts Agostino Miozzo, ora in supporto alla cabina di regia dell’Istruzione. L’idea è di tenere costantemente monitorata la situazione con tamponi rapidi fatti il primo giorno e poi ripetuti ogni settimana prima dell’ingresso in classe. In caso di positività si procederà con un test molecolare a tutta la classe così da intercettare subito possibili focolai e creare delle “bolle” Covid-free nelle scuole.

I test saranno effettuati dai militari dell’esercito e dai volontari della Protezione Civile: al momento sono già disponibili circa due milioni di tamponi rapidi salivari, in grado di fornire un responso in pochi minuti, e altri ancora saranno reperiti in breve per garantire la copertura. “Stiamo lavorando intensamente per far tornare tutti gli studenti nelle aule, al più presto, imprimendo una vigorosa accelerazione al piano vaccinale – ha assicurato il ministro Bianchi -. Stiamo investendo risorse ed impegno per far rientrare tutti a partire dai più piccoli, che frequentano la scuola dell’infanzia e la primaria. Ma l’obiettivo è non fermarsi a loro. Oltre la metà del personale scolastico è stato vaccinato“, ha aggiunto mercoledì parlando in Parlamento, riferendo di un incontro con il commissario all’emergenza Francesco Figliuolo e il coordinatore del Comitato tecnico scientifico (Cts) Franco Locatelli.

Una riunione della cabina di regia del premier con i ministri sul Covid potrebbe tenersi a breve, forse già venerdì, ma non ci sono ancora convocazioni ufficiali. È comunque difficile, spiegano diverse fonti, che una decisione finale sulle misure del decreto sia presa prima della prossima settimana, quando si valuterà sulla base dei dati aggiornati del monitoraggio. Altro tema è se ripristinare dal 7 aprile le zone gialle, sospese dall’attuale decreto legge Covid: alcune fonti ministeriali danno come probabile l’allentamento dei parametri con la possibilità di passaggio in zona gialla per le Regioni a più basso contagio. Ma altre fonti sostengono che i dati del contagio difficilmente consentiranno di attenuare la stretta, ripristinare il giallo o allargare le maglie degli spostamenti tra le Regioni, vietati ormai da prima di Natale.

Tra i ministri del centrodestra è diffuso l’auspicio che il ripristino delle zone gialle segni un primo allentamento della stretta introdotta per il periodo di Pasqua: bisogna anche valutare, dicono fonti al lavoro sul dossier, se confermare o superare il parametro che fa scattare la zona rossa se ci sono 250 casi ogni 100 mila abitanti. Ma non è detto che ci siano i margini per fare allentamenti del genere, osservano altre fonti ministeriali: i dati esaminati appena ieri da Draghi con il ministro della Salute Roberto Speranza e i rappresentanti del Cts sconsiglierebbero di abbandonare le misure attuali.

Al riguardo alcune regioni sperano ancora di passare dal rosso all’arancione lunedì prossimo, dopo il monitoraggio settimanale di venerdì. Ci credono in particolare il Lazio, la Toscana e il Veneto, mentre la Lombardia visti i dati si è arresa al colore più scuro fino a Pasqua. In mattinata è in programma una Conferenza delle Regioni delle Province autonome sul piano vaccinale e il decreto Sostegni, preceduta da un incontro con il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti. Gli stessi temi saranno affrontati dalla Conferenza Unificata e dalla Conferenza Stato-Regioni che il ministro degli Affari regionali Maria Stella Gelmini ha convocato per il pomeriggio.