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Lombardia, i guai di Aria vengono da lontano. Quando la stazione di appalti informatici finì nel mirino della Corte dei Conti regionale

La centrale di acquisti oggi al centro delle polemiche è nata su invito della magistratura contabile che nel 2018 ha messo alle strette la giunta Fontana, rispetto alla gestione di costose aziende "doppione" come Lombardia Informatica. E il governatore parlò di "qualcosa da rivedere"

Oggi è sulla bocca di tutti per il caos dei vaccini anti covid, ma la centrale di acquisti della Regione Lombardia, Aria, non è certo nata sotto i migliori auspici. Bensì su invito della Corte dei Conti lombarda che nel 2018 ha messo alle strette la giunta Fontana, rispetto alla gestione di aziende “doppione” come Lombardia Informatica che di fatto si occupava dell’acquisto di apparati informatici quando già la Regione disponeva di un’altra stazione appaltante, Arca.

Secondo i magistrati contabili, infatti, già quattro anni fa Lombardia Informatica non funzionava a dovere. Troppi costi, troppi appalti assegnati senza procedura di gara, troppi dipendenti. Nata essenzialmente per realizzare software sanitari, la società si era poi trasformata in una centrale appalti del settore informatico affidando a terzi quanto avrebbe dovuto produrre lei stessa, senza peraltro riuscire a risparmiare. Come rilevava la Corte dei conti regionale, nel 2017 i suoi costi erano proporzionalmente 50 volte più elevati rispetto ad Arca. Se infatti in Lombardia Informatica le uscite valevano il 10% del volume d’affari, in Arca erano appena lo 0,2 per cento. In soldoni, Lombardia Informatica aveva costi di struttura che sono più del doppio di quelli di Arca (10,7 milioni contro 21,6), ma gestiva incarichi regionali per un importo decisamente più basso (222 milioni contro 5,6 miliardi).

Con spese discutibili (100mila euro solo in viaggi nel 2017) come le trasferte Milano-Catania (con voli Milano Catania a prezzi oscillanti da 38 a 300 euro) necessarie per la gestione del call center della sanità lombarda localizzato fino allo scorso anno a Paternò, paese d’origine della famiglia La Russa. O ancora consistenti importi per consulenze legali (483mila euro nel 2017) nonostante la presenza di un ufficio legale interno.

“Ritenevo che ci fosse qualcosa da rivedere nella gestione della società”, dichiarò il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, alla notizia dei rilievi della Corte nel giugno 2018. Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti, Lombardia Informatica è stata mandata a nozze con Arca, ma i risultati sono quello che tutti hanno visto in queste settimane. E chissà se nel passaggio di mano ha mantenuto l’unico primato positivo che aveva, quello della puntualità dei pagamenti, tanto da essere stata “inserita dal ministero dell’Economia e finanze al diciottesimo posto nella graduatoria dei migliori pagatori fra le società a controllo pubblico, nonché le buone performance dell’indice di tempestività dei pagamenti”.