Cultura

Uno squarcio sulla facciata di Palazzo Strozzi a Firenze: così l’artista JR interpreta “La Ferita” della cultura nell’anno del Covid

Alta 28 metri e larga 33, l'installazione è "una riflessione sull’accessibilità non solo a Palazzo Strozzi ma a tutti i luoghi della cultura nell’epoca del Covid-19"

“La Ferita”. Quella enorme che si è creata da oltre un anno a questa parte per la chiusura di tutti i luoghi della cultura a causa dell’epidemia da Covid-19. È la nuova opera realizzata dall’artista contemporaneo tra i più celebri al mondo, JR, sulla faccia di Palazzo Strozzi a Firenze, uno dei simboli del Rinascimento. L’operata site specific “squarcia” letteralmente in due la facciata dell’edificio, rivelando, con un gioco tridimensionale e illusionistico, il dentro del palazzo.

A colpo d’occhio si notano diversi ambienti dell’edificio fiorentino: il colonnato del cortile, un’immaginaria sala espositiva e una biblioteca. Ambienti che per mesi sono stati chiusi al pubblico. Palazzo Strozzi diventa quindi palcoscenico di una ferita, simbolica e dolorosa, che accumuna i luoghi della cultura italiani: musei, biblioteche, cineme e teatri.

L’installazione dell’artista francese si inserisce all’interno di Palazzo Strozzi Future Art, nuovo programma della Fondazione Palazzo Strozzi nato dalla collaborazione con Andy Bianchedi in memoria di Hillary Merkus Recordati. L’iniziativa, spiega una nota, si pone l’obiettivo di creare una piattaforma per l’arte del presente, ponendo la promozione della creatività, il coinvolgimento del pubblico e il sostegno alle nuove generazioni come valori di riferimento per un rilancio del sistema culturale attraverso diverse iniziative che vedranno il coinvolgimento di artisti contemporanei italiani e internazionali a Palazzo Strozzi.

Alta 28 metri e larga 33, l’opera di Jr, scrivono sui social di Palazzo Strozzi, è uno “squarcio visivo” che “si apre alla visione di un interno reale e immaginato”. “Si tratta di una riflessione sull’accessibilità non solo a Palazzo Strozzi ma a tutti i luoghi della cultura nell’epoca del Covid-19”, concludono.