Lavoro & Precari

Bonus baby sitter, i lavoratori essenziali devono attendere ancora. “Durante la prima ondata servito soprattutto per pagare i nonni”

Con lo slittamento del decreto Sostegno si allontana la reintroduzione dei congedi parentali e in parallelo dell'aiuto economico per pagare qualcuno che stia con i bambini quando le scuole sono chiuse. Per gli operatori sanitari e quelli di sicurezza, difesa e soccorso pubblico la cifra era stata incrementata a 2mila euro, ma la possibilità di fare richiesta è scaduta a fine 2020. Intanto da un report Inps emerge che il 61% dei beneficiari finali è over 60 e oltre 150mila over 70

Devono attendere ancora le famiglie dei bambini e ragazzi tornati in Dad a causa della chiusura delle scuole. Con lo slittamento alla prossima settimana del decreto Sostegno si allontana anche la reintroduzione (retroattiva, stando agli annunci) dei congedi parentali e in parallelo dei bonus baby sitter, un aiuto indispensabile per gli operatori sanitari e gli altri lavoratori essenziali che in questa fase non possono certo rimanere a casa. Come i congedi anche quel bonus, che valeva 1.200 euro maggiorati a 2mila per i genitori che lavorano nel campo socio-sanitario e nel comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico impiegati per le esigenze legate all’emergenza epidemiologica, è scaduto a fine dicembre. Intanto, da un rapporto diffuso dall’Inps è emerso che durante la prima ondata il 61% delle persone pagate con il bonus era over 60 e oltre 150mila erano over 70: si tratta dunque, con tutta probabilità, di nonni o parenti anziani che hanno aiutato con i bambini, nonostante il rischio di contagio.

Il bonus baby sitting per i genitori di ragazzi fino a 12 anni (il limite di età non si applica in caso di disabilità grave) dipendenti o autonomi era stato introdotto per la prima volta nel marzo 2020 con il decreto Cura Italia e prorogato con il decreto Rilancio di maggio, che in alternativa ha permesso di usare il bonus per l’iscrizione ai centri estivi e ai servizi integrativi per l’infanzia tra la chiusura delle scuole e il 31 agosto 2020. L’importo massimo è stato fissato a 1.200 euro, aumentato a 2mila per medici, infermieri, tecnici di laboratorio biomedico, tecnici di radiologia medica, operatori sociosanitari e personale del comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico. Il tutto, però, con validità limitata al 2020. La proroga concessa due giorni fa dall’Inps, che aveva “ingannato” qualcuno, riguarda non la possibilità di chiedere il bonus ma un allungamento della fase successiva all’accoglimento, quella in cui il genitore beneficiario deve effettuare quella che in gergo si definisce “appropriazione” tramite il Libretto Famiglia. Il termine per concludere questa procedura è stato portato al 30 aprile.

Intanto, da uno studio pubblicato dall’Inps nei giorni scorsi è emerso che sono stati i nonni, nonostante la preoccupazione del Covid, l’aiuto maggiore per le famiglie con bambini durante la prima ondata della pandemia. Il bonus baby sitter è stato pagato prevalentemente a persone over 60, presumibilmente quindi ai nonni o comunque ai parenti anziani. Nel complesso, risulta dal Rapporto, sono state accolte oltre un milione di domande (su 1,3 milioni arrivate) tra bonus baby sitter (772.010) e la partecipazione ai centri estivi (306.163) per 815,4 milioni di importi richiesti. Su 556.348 baby sitter pagati con il Libretto famiglia, 339.252 avevano oltre 60 anni. Tra le donne quasi 100.000 (99.132) risultavano avere oltre 70 anni. Gli uomini pagati con il libretto famiglia nel complesso sono stati 118.972, quasi la metà dei quali con oltre 70 anni (55.187). Per gli uomini pagati con il bonus gli over 60 sfiorano l’83% e sono per la stragrande maggioranza pensionati, due dati che spingono a pensare che si tratti di parenti anziani della famiglia che ha avuto diritto al bonus. Nel complesso i baby sitter over 60 pagati con il bonus sono stati il 61% del totale.