Cronaca

La Sardegna da lunedì passa in zona bianca. Riaperture graduali ma sempre rispettando i protocolli: le misure anti-Covid sull’isola

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato le ordinanze con i nuovi 'colori' delle Regioni: per la prima volta una entra nella fascia delle restrizioni più blande. Ora sarà un tavolo a cui parteciperò anche il Cts a decidere quando e come riaprire: si ragiona, in particolare, sui nuovi orari di chiusura di bar e ristoranti che da lunedì potranno lavorare anche per la cena

Da lunedì primo marzo passeranno in zona arancione Lombardia, Marche e Piemonte e in area rossa Basilicata e Molise. Come nelle attese, sono queste 5 le Regioni che cambieranno colore a partire, oltre alla Liguria pronta a tornare in giallo. Ma la vera novità contenute nelle nuove ordinanze firmate dal ministro della Salute, Roberto Speranza, è il passaggio della Sardegna in zona bianca. Per la prima volta, sulla base dei dati e delle indicazioni della Cabina di Regia, una Regione rispetta i parametri per entrare nella fascia con le restrizioni più blande.

Una situazione inedita, che infatti sarà regolata passo dopo passo da un tavolo di confronto tra ministero della Salute, Iss e Regione, che servirà a definire le modalità attuative del passaggio. La Regione Sardegna ha già preso visione dell’ordinanza con cui si certifica la zona bianca per l’isola. Adesso il governatore Christian Solinas dovrebbe adottare una sua ordinanza che prevedrà riaperture graduali e controllate, comunque concordate costantemente con il ministero e il Comitato tecnico scientifico.

Le regole – Ovviamente, resteranno sempre in vigore le regole su mascherine, distanziamento e divieto di assembramento. Si ragiona, in particolare, sui nuovi orari di chiusura di bar e ristoranti che da lunedì potranno lavorare anche per la cena, e, ovviamente, sull’eventuale slittamento del coprifuoco notturno che comunque resterà. Le riaperture saranno decise di volta in volta in base agli esiti del tavolo di monitoraggio: si procederà poi man mano con altre attività, come piscine, palestre, luoghi di cultura, cinema e teatri. In ogni caso, tutti i protocolli attivi dall’inizio della pandemia per contrastare il coronavirus resteranno validi. Il nuovo dpcm, che sarà in vigore dal 6 marzo, per la zona bianca prevede comunque che fiere, congressi e discoteche restino chiuse. Ora che la Sardegna è bianca, diventa sempre più concreta l’ipotesi che a chi intende entrare nell’Isola sarà richiesta una certificazione della vaccinazione anti-Covid o di tampone effettuato prima dell’imbarco. Il certificato, però, non dovrebbe essere oggetto dell’ordinanza regionale sulle riaperture ma di una successiva.

La situazione – La Sardegna ha i “numeri” per entrare in zona bianca per la terza settimana consecutiva: la cabina di regia per il monitoraggio dell’andamento della pandemia registra nell’Isola un Rt da 0.68, il più basso in Italia e “solo” 29,47 casi per 100mila (la soglia è fissata a meno di 50 casi). La previsione è quello di uno scenario di tipo 1 con rischio “basso”. Inoltre nell’ultimo aggiornamento dell’Unità di crisi regionale vengono rilevati 70 nuovi casi, con un tasso di positività che scende allo 1,7%.

Il pericolo variante – Preoccupa però la diffusione della variante inglese: tre comuni del Sassarese – Bono, San Teodoro e La Maddalena – sono finiti in lockdown e ci rimarrano. In particolare sull’isola dell’Arcipelago Maddalenino sono stati registrati 10 casi. Dodici, invece, quelli rilevati a Olbia, “tutti isolati e sotto controllo”, ha precisato il sindaco, Settimo Nizzi. Intanto ci sono i primi contagi conclamati di variante inglese nella Città metropolitana di Cagliari. Complessivamente sono stati accertati cinque casi: uno a Iglesias, un militare di 29 anni, un 60enne a Sinnai, un 64enne a Monserrato, un 45enne a Dolianova e un 41enne a Capoterra.