Giustizia & Impunità

Matteo Renzi e Denis Verdini a processo lo stesso giorno davanti alla Corte dei Conti. Stesso reato (danno erariale) ma fatti diversi

Le udienze si terranno in videoconferenza per l'emergenza coronavirus. Le accuse all'ex premier riguardano la scelta di due collaboratori non laureati per il suo staff, nel 2009. L'ex senatore di Forza Italia, attualmente ai domiciliari, invece a processo per la truffa legata ai finanziamenti ricevuti dalla Società Editoriale Toscana

Di nuovo insieme ma stavolta la politica non c’entra. Matteo Renzi e Denis Verdini saranno a processo lo stesso giorno davanti alla Corte dei Conti. Il 24 febbraio prossimo il fondatore d’Italia viva e l’ex leader di Ala compariranno davanti ai magistrati contabili che li accusano di danno erariale. A riportare la notizia sono la Nazione e l’edizione fiorentina di Repubblica, che spiega come Renzi e Verdini siano accusati dello stesso reato ma per fatti completamente diversi. I due, tra l’altro, non si incontreranno visto che entrambe le udienze saranno tenute in videoconferenza a causa dell’emergenza coronavirus. Le accuse per Renzi riguardano la scelta di due collaboratori non laureati per il suo staff, nel 2009, quando era sindaco di Firenze, circostanza di cui sono chiamati a rispondere anche due dirigenti di Palazzo Vecchio. Il danno contestato dalla procura contabile è di 69mila euro.

Verdini, invece, è invece a processo per la truffa legata ai finanziamenti ricevuti dalla Società Editoriale Toscana (Ste), che pubblicava Il Giornale della Toscana. Durante le indagini, la Procura della Corte dei Conti aveva disposto un sequestro conservativo a carico dell’ex senatore di Forza Italia e dell’ex deputato Massimo Parisi fino a un valore di 9 milioni e 100mila euro, pari ai contributi pubblici per l’editoria “ottenuti non avendone diritti”. Il padre della compagna di Matteo Salvini si trova attualmente agli arresti domiciliari nella sua villa di Pian del Giullari, ottenuti nei giorni scorsi dopo che il tribunale del Riesame lo aveva considerato “soggetto particolarmente vulnerabile al contagio da Covid 19″ e “occorre tutelare in via provvisoria la sua salute“.

Da novembre si trovava nel carcere di Rebibbia dopo la condanna in via definitiva a sei anni e mezzo per il crac del Credito cooperativo fiorentino. Durante la detenzione Verdini ha ricevuto le visite di di parlamentari, come aveva raccontato ilfattoquotidiano.it: lo stesso Salvini, Matteo Renzi, Luca Lotti e tanti ex compagni di centrodestra. E poi il “re delle cliniche romane” Antonio Angelucci, Ignazio Larussa e Daniela Santanché, fino a Maurizio Lupi e Renata Polverini. Proprio per sostenere il governo di Renzi, nel 2014 Verdini uscì da Forza Italia fondando Ala, un suo gruppo parlamentare.