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Lo spread scende a 94 punti base sulla scia dell’ “effetto Draghi”: rendimenti dei Btp decennali a 0,50%. Bene le banche

Secondo l'ad di Intesa San Paolo, Carlo Messina, un governo guidato dall'ex presidente Bce "può portare lo spread a 50-60 punti, in linea con il Portogallo"

La discesa dello spread prosegue. Il differenziale tra i titoli di Stato decennali italiani (Btp) e quelli tedeschi (Bund, che misura il “rischio Paese” percepito dai mercati, è sceso lunedì a 94 punti base contro i 98 di venerdì scorso aveva chiuso a 98. Un Btp decennale italiano paga ora un rendimento dello 0,506%. Nei giorni delle prime consultazioni del nuovo presidente incaricato Mario Draghi aveva superato lo 0,6%.

Intervistato da Bloomberg, l’amministratore delegato di Intesa San Paolo, Carlo Messina ha dichiarato che un governo Draghi “può accelerare la crescita del nostro Paese e aumentare le riforme per avere una crescita sostenibile nel futuro” e in questo modo “portare lo spread a 50-60 punti, in linea con il Portogallo”. “Questo”, ha aggiunto Messina, “sarà molto positivo per il settore bancario ma anche per tutta l’Europa, non solo per l’Italia”.

Mentre proseguono le consultazioni del presidente incaricato per la formazione del nuovo governo, la borsa di Milano si conferma in rialzo e risulta la migliore tra quelle europee chiudendo a +1,48% trainata dal comparto bancario e assicurativo, con Bper in rialzo del 7,4% e Banco Bpm e Unipol a oltre +6%. Banche e assicurazioni sono anche grandi detentrici di Btp e Bot il cui valore aumenta se scendono i rendimenti.

Oltre all’abbassamento dello spread, all’origine del forte recupero dei titoli finanziari c’è l’idea degli investitori che un governo a guida Draghi rappresenti una sorta di “garante” per la ripresa dell’Italia. Si aggiungono le speculazioni su nuovi aggregazioni bancarie (auspicate da Draghi quando era alla guida della Bce) e le attese per i cda dei prossimi giorni dedicati ai conti dell’esercizio 2020.