Cultura

Mostre in presenza, il Met di New York riparte a giugno con i ritratti medicei. Il curatore: “Non solo volti, ma identità e pensieri affidati alla storia”

La mostra, intitolata, The Medici. Portraits and Politics. 1512-1570, sarà dedicata al ritratto non tanto come soggetto intrinsecamente personale, bensì come strumento di conoscenza della politica, del mecenatismo e del potere di Firenze. È curata da Keith Christiansen e dallo storico dell’arte Carlo Falciani, che spiega la genesi del progetto. L'inaugurazione è fissata per il 21 giugno

Per la stagione della ripartenza post-Covid, il Metropolitan Museum di New York ha scelto la dinastia dei Medici. Si inaugura infatti il prossimo 21 giugno nel grande museo ai margini di Central Park la mostra The Medici. Portraits and Politics. 1512-1570, dedicata al ritratto non tanto come soggetto intrinsecamente personale, bensì come strumento di conoscenza della politica, del mecenatismo e del potere nella Firenze che dalla Repubblica passò al Ducato e poi Granducato di Toscana. Per il Metropolitan si tratta di un vero e proprio esordio nell’esibizione della pittura di corte fiorentina del Cinquecento, dieci anni dopo la grande mostra di disegni di Bronzino.

Curata da Keith Christiansen (John Pope-Hennessy Presidente del Dipartimento di dipinti europei al Metropolitan Museum of Art) e dallo storico dell’arte Carlo Falciani (docente presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze), la mostra comprenderà un centinaio di opere tra dipinti, sculture, disegni e medaglie, selezionate con grande attenzione secondo criteri scientifici e che portano la firma di grandi pittori come Jacopo Pontormo, Agnolo Bronzino, Francesco Salviati, Raffaello, Sebastiano del Piombo e Tiziano, e scultori come Benvenuto Cellini, Baccio Bandinelli, Pierino da Vinci. In pratica la stragrande maggioranza dei ritratti in mostra riguarda Firenze, opere di artisti che, sostanzialmente, lavoravano a corte, testimoni anche di un radicale cambiamento stilistico: dagli austeri ritratti medicei repubblicani (dal 1512 all’assedio di Firenze del 1530), si passa poi a quelli più aulici del periodo ducale (1537-1570).

“Il progetto della mostra – dice Falciani – nasce in seguito all’acquisto, da parte del Metropolitan, di un dipinto di Salviati su cui avevo pubblicato un articolo. Un anno dopo quello scritto mi arrivò la proposta di una mostra sulla ritrattistica nell’età di Cosimo I de’ Medici e di come il ritratto fosse una raffigurazione non solo del volto, ma anche dell’identità interiore e dei pensieri che quelle persone hanno affidato alla storia attraverso artisti straordinari. Nelle varie sezioni si potranno osservare le mutazioni dello stile e dei contenuti dalla Repubblica fino all’inizio del Granducato, nel 1570. La mostra propone la visione della ritrattistica in tutte le sue sfaccettature, anche perché Cosimo è il primo che intuisce quanto il dominio dei linguaggi, sia figurativi, sia letterari, potesse conferirgli nell’Italia delle corti un peso politico maggiore di quello che avrebbe avuto solo con le armi. Cosimo prende il potere nel 1537, e dalla metà degli anni 40 del Cinquecento, fino alla sua morte, nel 1574, cerca di controllare sempre di più questo potere delle immagini di se stesso e della corte che lo circondava”.

Alcune delle opere in mostra sono dei veri e propri picchi d’eccellenza dell’arte occidentale cinquecentesca: ci saranno il ritratto di Cosimo I de’ Medici, e due della moglie Eleonora di Toledo di Bronzino che arrivano da Palazzo Reale di Pisa e da Praga; il Ritratto di Bindo Altoviti dipinto su una lastra di marmo e attribuito in mostra a Francesco Salviati e proveniente dalla Collezione Tavitian di New York; del Pontormo invece saranno esposti il Doppio ritratto (che arriva dalla Collezione Cini di Venezia) e l’Alabardiere del Getty Museum di Los Angeles; di Raffaello il Ritratto di Lorenzo de’ Medici (da Collezione privata americana), la poetessa Laura Battiferri, anch’essa opera di Bronzino, che normalmente sta a Palazzo Vecchio a Firenze e che ora si trova in un laboratorio per un lieve restauro prima di partire per l’America, il ritratto del giovanissimo Francesco I di Bronzino della Galleria degli Uffizi, il Ritratto di Giovanni delle Bande Nere, della Galleria Palatina di Palazzo Pitti, in anni recenti attribuito da Alessandro Cecchi a Francesco Salviati, il Busto di Cosimo I in marmo, opera di Benvenuto Cellini proveniente dal Fine art Museum di San Francisco, e poi vari ritratti di donna e di altri personaggi dell’epoca.

La mostra si articolerà in varie sezioni – dalla Repubblica al Principato, la creazione della dinastia, il ritratto in rapporto alla letteratura e il confronto tra Bronzino e Salviati – e il catalogo, che è già pronto, sarà disponibile dall’11 maggio, poiché inizialmente la mostra doveva aprirsi il 19 aprile; poi l’andamento dell’emergenza sanitaria ha costretto gli organizzatori a posticiparne l’inaugurazione al 21 giugno, per poi proseguire fino all’autunno.