Politica

Renzi e l’ossessione per il Mes. Tutti i falsi miti sui prestiti per la sanità propinati dal leader di Italia Viva

Renzi insiste sulla necessità e urgenza del ricorso ai 36 miliardi di prestiti del Meccanismo europeo di stabilità. Ma i soldi per l'emergenza sanitaria già ci sono e altri ne arriveranno con il Recovery plan. Inutile aggiungere ulteriori debiti. Anche perché gli ipotetici risparmi sono irrisori tanto che nessun paese europeo ha sinora chiesto questi finanziamenti

Quella di Matteo Renzi per i 36 miliardi di euro di prestiti del Meccanismo europeo di stabilità è diventata una vera ossessione. Come in tutte le ossessioni la realtà si piega ai pensieri dell’ossessionato. Invocati come la panacea di qualsiasi male che affligge al paese, i soldi del Mes andrebbero presi “perché ci sono 80mila morti” e perché “ci farebbero risparmiare”. Nessuna di queste considerazioni ha senso. In Europa in realtà del Mes non parla più nessuno. Anzi, se ne parla ma per l’ipotesi di chiuderlo, visto che a causa delle sue caratteristiche e delle sue passate esperienze nessun paese sia azzarda più a farvi ricorso. Con o senza condizionalità i prestiti del Mes sono politicamente tossici.

“Germania e Francia non ne hanno bisogno” – Di fronte all’obiezione che nessuno stato ha fatto ricorso ai fondi Mes Renzi replica che Francia e Germania non ne hanno bisogno perché la loro spesa per la sanità è più alta della nostra”. Ma se questo accade è anche e soprattutto perché nel corso degli ultimi decenni i tagli non ci sono stati o sono stati più modesti di quelli effettuati dai governi italiani. L’Esecutivo guidato da Renzi ha ad esempio sforbiciato per 16 miliardi di euro i fondi destinati a ospedali e presidi sanitari. Peraltro il motivo per cui Parigi e Berlino non faranno mai e poi mai ricorso a questi fondi è diverso. I soldi del Mes sono prestiti, esattamente come sono prestiti quelli che qualsiasi paese ottiene emettendo titoli di Stato. Oggi Francia e Germania si finanziano sui mercati a interessi negativi anche su scadenza decennali, la durata massima dei prestiti sanitari del Mes. Non avrebbero quindi nessuna vantaggio ad appoggiarsi ad un soggetto esterno per reperire fondi.

Il Mes è un soggetto fuori dalle regole Ue – “A rifiutare i soldi del Mes sono però anche i paesi che una qualche convenienza, da un punto di vista strettamente finanziario, l’avrebbero, come la Spagna, la Grecia o la piccola Cipro. Perché non chiedono questi prestiti? Per diversi motivi. Primo, perché il risparmio che il Mes garantirebbe è, in ogni caso, estremamente modesto. Secondo, il Meccanismo europeo di stabilità è un’ entità estranea all’Unione europea. Giuridicamente è altra cosa. Non fa capo alla Commissione Ue, non è sottoposto allo scrutinio Parlamento UE. Invocarlo significa portarsi in casa un ospite che in passato non ha dato una grandi prove di cortesia. Lo sanno bene Spagna e Grecia che ai finanziamenti del Mes hanno fatto ricorso durante le loro crisi finanziarie. In cambio hanno dovuto approvare riforme lacrime e sangue, tra cui, come sempre un aumento della flessibilità del mercato del lavoro che vuol dire licenziamenti più facili. E’ vero che i prestiti destinati alla spesa sanitaria non sarebbero sottoposti a condizionalità, nessuna riforma in cambio. Ma la diffidenza resta. Proprio per lo stigma che il Mes porta ormai su di sé, a Bruxelles stanno pensando di chiudere baracca e burattinai e di portare tutta la gestione di finanziamenti sotto l’egida della Commissione UE. Noi no, noi resistiamo.

“I nostri figli ci malediranno”- Ora o mai più per il Mes. In tanti hanno chiesto di finanziare il piano per la ricerca. Saremo maledetti dai nostri figli se non investiamo sulla scuola e sulla sanità”, ha detto oggi Renzi al Senato. Ma non utilizzare il Mes non significa non investire nella sanità, significa farlo con altri strumenti. Stanziamenti paragonabili sono già previsti usando i soldi del Recovery plan. Come si può leggere esplicitamente sul sito del Mes, le linee di credito per la sanità sono concepite per aiutare paesi che fanno fatica ad avere un normale accesso ai mercati. Sono insomma una soluzione di emergenza di cui, fortunatamente nessun paese europeo, ha in questo momento bisogno.

Risparmi veri e risparmi presunti – Veniamo agli ipotetici risparmi che, in teoria, potrebbe garantirebbe il ricorso ai finanziamenti del Mes. Nel migliore dei casi parliamo di circa 300 milioni di euro l’anno su una spesa per interessi complessiva di 50 miliardi di euro che paghiamo ogni anno sul nostro debito. Insomma, un risparmio di poco più dello 0,5% del totale. Non ci cambia la vita e non è certo questione dirimente per ipotizzare un piano di rafforzamento delle nostre strutture sanitarie. Esiste per di più la possibilità che, a questo punto, qualche contraccolpo sui mercati per fa richiesta dei fondi Mes ci possa essere. Di fronte alla disponibilità di canali alternativi di finanziamento, dai fondi del Recovery fund ai normali titoli di Stato, il ricorso in solitaria al Meccanismo di stabilità potrebbe essere percepito come un segnale di debolezza. Quindi per prestare soldi all’Italia e comprare i suoi titoli di Stato, gli investirebbe potrebbero chiedere qualcosina in più. Ogni anno l’Italia deve rimborsare in media 300 miliardi di euro per i titoli di Stato che arrivano a scadenza. Lo fa emettendo nuovi titoli per lo stesso ammontare. Basterebbe un aumento dello 0,1% degli interessi medi richiesti per azzerare qualsiasi ipotetico beneficio del ricorso al Mes.

I soldi per l’emergenza sanitaria ci sono – Non si capisce in base a quale logica Renzi affermi che da giugno l’Italia ha peso 564 milioni di euro non avendo fatto ricorso al Mes. Peraltro da giugno in poi i rendimenti dei nostri titoli di Stato sono andati diminuendo, riducendo ulteriormente l’ipotetica convenienza dei prestiti. In realtà non stiamo perdendo niente, visto che i 36 miliardi non li abbiamo presi né dal Mes né da nessun altra parte e non lo abbiamo fatto perché i soldi per la sanità al momento ci sono. A voler essere pignoli gli unici soldi che per ora “abbiamo perso” sono gli 8 milioni di interessi in più che pagheremo sui titoli di Stato emessi la scorsa settimana che hanno registrato un piccolo rialzo dei tassi dovuto proprio alla crisi economica innescata dallo stesso Renzi. Finché perdura la situazione di incertezza politica il conto è destinato a salire ad ogni nuova emissione. Non c’è alcuna carenza di risorse finanziarie per fronteggiare l’emergenza e il numero di vittime non è certo imputabile a questo. E’ invece, forse, in parte riconducibile all’insufficienza di personale e strutture la cui responsabilità è attribuibile ai governi passati, incluso quello di Renzi. La mancanza di personale non è questione che si risolva dall’oggi al domani e non è solo problema di soldi. Quanto poi all’idea di prendere soldi del Mes per dirottare altrove risorse del Recovery fund già attribuite alla sanità torniamo alla casella di partenza. Si tratta comunque di debito e oggi esistono altri modi di indebitarsi.