Cronaca

Vaccini Covid, il piano di Arcuri: a fine marzo 5,9 milioni di vaccinati, oltre 20 a maggio. Boccia: “Fuori dall’emergenza entro l’estate”

Durante il vertice con le Regioni, il commissario all'emergenza ha annunciato per la prima volta nel dettaglio la tabella di marcia della campagna di vaccinazione: entro fine marzo gli italiani vaccinati saranno 5,9 milioni, 13,7 ad aprile e 21,5 milioni a maggio. L'obiettivo, ha confermato anche il ministro Boccia, è uscire dalla pandemia "entro fine estate"

La campagna di vaccinazione volontaria contro il coronavirus “si può completare entro agosto“, così da permettere all’Italia di uscire dalla pandemia già a inizio autunno. Ad annunciarlo è Domenico Arcuri durante il vertice governo-Regioni convocato da Palazzo Chigi per aggiornare i governatori sul reclutamento del personale sanitario da impiegare per la somministrazione del farmaco. Anche se il Piano vaccini è stato approvato a inizio dicembre, infatti, il commissario all’emergenza finora non si era mai sbilanciato sui dettagli della tabella di marcia pensata per portare il Paese fuori dall’emergenza sanitaria. Il programma prevede di vaccinare 5,9 milioni di italiani “entro fine marzo”, 13,7 ad aprile e 21,5 milioni “entro fine maggio”. La conclusione della campagna – che sarà sempre volontaria – è quindi prevista “entro l’estate”, ha ribadito anche il ministro Francesco Boccia.

La condicio sine qua non del programma è l’impiego a stretto giro di altri vaccini anti-Covid. Oltre a quello di Moderna, a cui l’Agenzia europea del farmaco ha dato il suo via libera proprio in queste ore, l’Italia punta alle 40 milioni di dosi destinate al nostro Paese da Oxford-Astrazeneca. Se l’Ema dovesse approvare anche questo siero entro fine mese, così come auspicato da Bruxelles, il governo potrebbe infatti aumentare il tasso quotidiano di iniezioni, arrivato ieri a quota 80mila in 24 ore. Come? Attraverso i 12mila operatori sanitari e 3mila medici che la struttura commissariale sta arruolando per la fase clou della campagna. Nel corso del vertice con le Regioni, a cui hanno preso parte anche il ministro per le Autonomie, Francesco Boccia, vari governatori e il ministro della Salute Roberto Speranza, Arcuri ha però anticipato che i primi 1.500 sanitari saranno inviati sul territorio già a partire dal 20 gennaio.

Un’accelerazione che il commissario reputa necessaria per supportare le Regioni in questa prima fase di somministrazione in cui tutte le operazioni sono affidate ad Asl e ospedali. I 1500 addetti andranno infatti ad integrare il personale di 3.800 tra operatori e infermieri già operativi nelle singole regioni. La suddivisione sarà in base alla popolazione. Entro il 7 gennaio sarà comunicato l’elenco del personale individuato per regione alla Agenzie per il lavoro (sono 5 divise per aree territoriali, in base al numero di popolazione) e a partire dal 20 i primi candidati saranno disponibili. Successivamente, quando l’Ema autorizzerà anche il vaccino prodotto da Johnson&Johnson, Arcuri ha garantito che il fabbisogno di personale sarà coperto interamente dalla struttura centrale. Per la campagna, infatti, non sono stati selezionati medici e infermieri già in servizio, ma quelli in quiescenza e i laureati non ancora occupati.

Dal canto loro, fa sapere il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, i governatori hanno manifestato la propria disponibilità a collaborare perché si possa fare un accordo quadro con i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta “per coinvolgerli in questo importante sforzo collettivo“. “Significativo che i ministri Speranza e Boccia e il Commissario Arcuri abbiano manifestato gratitudine per l’impegno delle Regioni e per la dedizione encomiabile del personale sanitario impegnato in questa primissima fase”, ha commentato Bonaccini.