Cronaca

Vaccino anti Covid, Zampa: “Sia obbligatorio per chi lavora nel pubblico”. Dadone contraria: “Meglio una forte raccomandazione”

La sottosegretaria alla Salute propone la vaccinazione come "precondizione" per lavorare nel settore pubblico. La ministra della Pa però boccia la proposta. Il viceministro Sileri: "Speriamo non si debba introdurre costrizione per colpa di pochi". E propone di inserire anche farmacisti e odontoiatri tra le categorie prioritarie

L’obbligatorietà del vaccino contro il coronavirus come “precondizione per chi lavora nel pubblico”. E’ la proposta che arriva dalla sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa, dopo che nel primo giorno di vaccinazioni in Italia sono anche emersi i primi rifiuti e il direttore delle Rsa bresciane ha denunciato che solo il 20% dei suoi operatori vorrebbe vaccinarsi. “Dobbiamo prenderci il tempo per capire come vanno le cose“, ma “se ci dovessimo rendere conto che c’è un rifiuto che non si riesce a superare”, allora secondo Zampa servirà l’obbligo per i dipendenti pubblici: “Non si può stare in una Rsa dove dovresti lavorare per la salute delle persone che sono ospitate e mettere la loro salute a rischio“, ha evidenziato la sottosegretaria intervenuta ad ‘Agorà‘ su Rai 3.

Una proposta che per ora è stata accolta con freddezza dalla ministra della Pubblica amministrazione, Fabiana Dadone: “Credo sia più giusta una forte raccomandazione, fronte su cui il governo si è impegnato. Raccomandare credo sia il modo migliore per raggiungere l’immunità di gregge“, ha replicato a ‘L’Aria che tira‘ su La7. “La raccomandazione a fare il vaccino sta raggiungendo un buon dato numerico. Il piano c’è, entro metà anno contiamo, come ha detto il ministro Speranza, di riuscire a vaccinare metà della popolazione”, ha aggiunto Dadone, sostenendo quindi che non è il momento di porre la discussione sull’obbligatorietà o meno.

Per il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, “adesso si punta alla non obbligatorietà” per il vaccino anti-Covid. L’obbligo “non c’è, ma non vorrei che ci si dovesse arrivare, perché significherebbe dover mettere una costrizione per colpa di pochi individui“, ha spiegato a Nsl Radio e Tv. Sileri infatti in una nota ha chiarito che a suo parere medici e infermieri restii a fare la vaccinazione “hanno sbagliato lavoro“. “Posso capire – si legge nella nota del viceministro – il cittadino che magari non ha delle basi scientifiche consolidate e non ha studiato medicina e può avere una certa riluttanza a farsi il vaccino, ma penso francamente che quei medici e quegli infermieri, se hanno ancora dei dubbi dopo aver visto ciò che è accaduto, probabilmente hanno sbagliato lavoro”.

Anche per questo Sileri propone di comprendere farmacisti e odontoiatri fra le categorie prioritarie per la vaccinazione anti Covid-19: “La campagna partirà con la vaccinazione del personale sanitario, ma credo – osserva – che dovrà essere fatta qualche modifica, come già anticipato autonomamente da qualche regione: io ad esempio inserirei i farmacisti, che hanno avuto dei morti durante la prima ondata, e gli odontoiatri, che operano a contatto diretto con tutti i loro pazienti”.