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Recovery, Zingaretti prende le distanze da Italia viva: “Non è tutto da rifare. Lavoriamo in modo responsabile, il resto sono pettegolezzi”

Il segretario dem ha diffuso una nota per ribadire che i suoi sono al lavoro per presentare le proposte sulla spartizione dei fondi Ue, ma con spirito "responsabile". E smentisce le ricostruzioni che lo vorrebbero pronto a far saltare il tavolo insieme a Matteo Renzi

In attesa che Matteo Renzi presenti le proposte di Italia viva al Recovery plan (la conferenza stampa è convocata alle 18), Nicola Zingaretti ci tiene a specificare che se ci sarà una crisi nel governo non sarà anche a nome del Partito democratico. Che invece, ha ripetuto, intende lavorare con “spirito costruttivo e responsabile“. Nonostante i retroscena che parlano di malumori anche sul fronte Pd per rivedere il piano di spartizione dei fondi Ue, oggi il segretario dem ha specificato che “sono solo pettegolezzi”.

In particolare Zingaretti ha diffuso una nota per prendere le distanze da un articolo di Repubblica dal titolo “Pd e Italia Viva: sul Recovery tutto da rifare”: “Io non penso affatto che il Recovery sia tutto da rifare“, ha scritto nel comunicato diffuso alle agenzie di stampa. “Il Pd su richiesta del Presidente del Consiglio sta lavorando a un documento da consegnare prima della riunione del Consiglio dei Ministri che lo dovrà adottare per poi iniziare l’iter parlamentare. Sono settimane che lavoriamo per contribuire a scelte strategiche per l’Italia. Lo abbiamo fatto sempre in maniera costruttiva e responsabile, continuiamo e continueremo a farlo con questo spirito. Il resto sono pettegolezzi“.

Le parole del segretario Pd hanno un peso molto significativo, non solo perché di fatto rinnovano la fiducia al premier Conte, ma anche perché sono state diffuse poche ore prima della conferenza stampa di Matteo Renzi. La scontro tra il presidente del Consiglio e Italia viva infatti non è mai davvero rientrato e solo la pausa natalizia ha permesso di abbassare i toni. Solo il 23 dicembre scorso, neanche cinque giorni fa, il leader di Italia viva ha ribadito pubblicamente che la crisi non è ancora da archiviare. Intervistato da Myrta Merlino su La7 infatti, ha detto che “tutto è ancora sul tavolo, compreso il ritiro delle ministre di Italia viva dal governo“. Insomma, l’ennesima minaccia per ribadire che i renziani sono pronti ad alzare la posta. E in questo senso è da leggere la decisione di convocare una conferenza stampa in Senato: Renzi non ha nessuna intenzione di arrivare a un compromesso al tavolo con Conte e ci tiene ad avere un palcoscenico pubblico per i suoi ultimatum.

Intanto chi ha già inviato a Conte il documento con le sue osservazioni sul Recovery plan è Leu. Che ha chiesto un maggiore investimento sul fronte sanitario. “Nel documento”, hanno dichiarato i presidenti dei gruppi parlamentari Loredana De Petris e Federico Fornaro, “abbiamo ritenuto fondamentale riaffermare che i fondi destinati alla Sanità, pari ad appena 9 miliardi, sono largamente insufficienti, anche tenendo conto di alcuni programmi trasversali”. In realtà proprio Conte nei giorni scorsi ha già garantito che, grazie a investimenti trasversali, si raggiungerà almeno la soglia dei 15 miliardi. Ma secondo Leu è necessario uno sforzo ancora maggiore: “Il Servizio sanitario nazionale ha per noi un’importanza strategica decisiva. E’ quindi necessario l’investimento di ben più ampie risorse soprattutto sul fronte dell’assistenza di prossimità e della medicina territoriale. Salute, quindi, ma anche ambiente, infrastrutture sociali, istruzione e ricerca, mobilità sostenibile e mezzogiorno gli assi portanti delle nostre priorità”. Quindi, hanno concluso: “L’intero impianto del programma Next Generation Eu lega la crisi sociale e quella ecologica. E’ dunque necessario abbandonare l’impostazione micro progettuale per adottare una visione complessiva, quella che papa Francesco ha definito ‘Ecologia integrale’, rifiutando quindi qualsiasi operazione di greenwashing e di dispersione delle risorse in microprogetti”.