Cronaca

Variante inglese, continua l’odissea dei 200 italiani bloccati a Londra: “Abbandonati da tutti”. Il cortocircuito comunicativo e la scelta di Alitalia

In mancanza di un orario chiaro di entrata in vigore dell'ordinanza di Speranza, Alitalia ha bloccato immediatamente i voli di rientro, a differenza di quanto fatto da altre compagnie (EasyJet) e altri Paesi (la Germania ha chiuso il traffico aereo con l'Inghilterra dalla mezzanotte). A distanza di 24 ore, nessuna notizia o assistenza alle centinaia di connazionali bloccati in Inghilterra. Sileri: "Al momento non ci sono deroghe ai rimpatri". La società di bandiera: "Noi saremmo pronti"

Restano bloccati a Londra gli oltre 200 italiani che ieri pomeriggio avrebbero dovuto prendere i voli della compagnia Alitalia per tornare a casa. Da 24 ore non hanno notizie ufficiali dal Governo italiano, dall’Ambasciata, dal Consolato e nemmeno dalla Farnesina. Una situazione di stallo che sta creando parecchi problemi a chi non risiede a Londra e non può nemmeno pernottare in hotel visto che sono chiusi a causa della crisi sanitaria. A fermare il viaggio dei nostri connazionali è stata un’ordinanza firmata nel pomeriggio dal ministro della Salute, Roberto Speranza, che di fronte all’emergenza variante Covid ha deciso di “interdire” il traffico aereo dal Regno Unito. Ad annunciare il provvedimento, ieri, era stato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio che alle 13.28 sulla sua pagina Facebook scriveva: “Il Regno Unito ha lanciato l’allarme su una nuova forma di Covid che sarebbe il risultato di una mutazione del virus. Come Governo abbiamo il dovere di proteggere gli italiani, per questa ragione, dopo aver avvisato il Governo inglese, con il Ministro della Salute, stiamo per firmare il provvedimento per sospendere i voli con la Gran Bretagna. La nostra priorità è tutelare l’Italia e i nostri connazionali”.

Un post che ha messo in fibrillazione gli italiani che stavano per partire e la stessa Alitalia che, tuttavia, ha atteso l’ufficialità della decisione arrivata a metà pomeriggio. Nell’atto pubblicato sul sito del ministero della Salute è specificato che “sono vietati l’ingresso e il transito nel territorio nazionale alle persone che nei quattordici giorni antecedenti alla presente ordinanza hanno soggiornato o transitato nel Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del nord”. Non solo. Speranza scrive: “Le persone che si trovano nel territorio nazionale e che nei quattordici giorni antecedenti alla presente ordinanza hanno soggiornato o transitato nel Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, anche se asintomatiche, sono obbligate a comunicare immediatamente l’avvenuto ingresso nel territorio nazionale al Dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria competente per territorio e a sottoporsi a test molecolare o antigenico, da effettuarsi per mezzo di tampone”. Nell’articolo 2 inoltre si chiarisce che “l’ordinanza produce effetti dalla data di adozione e fino al 6 gennaio 2021”.

Non è specificato, invece, l’orario di entrata in vigore. Una questione non di poco conto visto che la Germania, ad esempio, ha emesso lo stesso provvedimento dando il via all’attuazione a partire dalla mezzanotte, consentendo così a chi si trovava in aeroporto di tornare a casa. Diversa la situazione per i passeggeri italiani che dovevano imbarcarsi sui voli “Alitalia” in direzione di Milano (alle 18,50) e Roma (alle 16.55). La compagnia di bandiera ha scelto di eseguire immediatamente l’ordinanza del Governo: “Quando Di Maio – fanno sapere fonti dell’Alitalia – ha scritto quel post ci trovavamo con un volo in partenza da Roma verso Londra. Ancora non era stato pubblicato l’atto formale anche se sapevamo dai media che era alla firma di Speranza. Lui stesso l’ha dichiarato, ospite di Lucia Annunziata su Rai3. Abbiamo comunque fatto decollare quell’aereo pur sapendo che sarebbe potuto tornare vuoto. Alle 16,54 è uscita la “Notam” dell’Enac che ha effetto immediato e che ha sospeso ogni volo da e per il Regno Unito”.

Per la compagnia di bandiera a creare confusione è stata la notizia girata su qualche agenzia rispetto all’entrata in vigore dell’ordinanza da mezzanotte. “Si è trattato di un equivoco. Noi applichiamo ciò che decide l’esecutivo”. Nemmeno “Viaggiare Sicuri”, il sito del Ministero degli Affari esteri destinato a dare informazioni a chi è in partenza nella prima nota pubblicata dava certezze ma usava il condizionale: “Ai voli già decollati dovrebbe essere comunque consentito l’atterraggio. Si raccomanda in ogni caso di contattare la propria compagnia aerea o la Polizia di Frontiera dell’aeroporto di destinazione per maggiori informazioni. Il testo dell’Ordinanza sarà reso disponibile per consultazione non appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale”. A dare l’ufficialità nel frattempo era l’Enac che in un comunicato spiegava la questione e scriveva: “Si invitano i passeggeri con voli prenotati da e per queste destinazioni a contattare la propria compagnia aerea”.

Intanto all’aeroporto di Londra-Heathrow i nostri connazionali sono entrati nel panico e fino ad oggi pomeriggio lo sono stati perché non hanno ricevuto alcuna informazione dal nostro Governo. Inutile chiamare l’Ambasciata: chi ha provato è stato rinviato al Consolato. Chi ha interpellato quest’ultimo si è trovato una sola risposta: “Al momento non abbiamo informazioni su voli di rimpatrio. Tenete monitorati il nostro sito internet e i profili social del Consolato Generale”. In centinaia stanno scrivendo sul profilo social del Consolato ma la risposta è sempre la stessa. Nessuna notizia nemmeno dal sito “Viaggiare Sicuri”. Impossibile parlare con l’Unità di crisi della Farnesina. Dopo che i nostri connazionali ci hanno riferito delle difficoltà a comunicare con il numero 06 36225, abbiamo provato anche noi a chiamare: dopo un’ora di attesa abbiamo deciso di mollare il colpo. Nemmeno sui profili Facebook del ministro Di Maio, dei vice ministro Marina Sereni (Pd) ed Emanuela del Re (5Stelle), così come dei sottosegretari Manlio Di Stefano, Ricardo Antonio Merlo e Ivan Scalfarotto, oggi è comparso qualche post sulla questione.

Dalla Farnesina l’unica risposta ufficiale al Fatto Quotidiano.it è stata: “Non abbiamo aggiornamenti. L’ordinanza non è ancora in Gazzetta. Per il momento non abbiamo avuto richieste di voli emergenza. I passeggeri possono contattare l’unità di crisi”. L’unica a parlare nel pomeriggio è stata la vice ministro Sereni: “Non sono titolare di questa delega. Non faccio interviste se non concordate. Non è una materia di mia competenza”. E su nostra insistenza ha aggiunto: “Stiamo coordinandoci con altri Paesi europei. C’è in corso un vertice a livello Ue. Capiamo il disagio tremendo, faremo delle valutazioni nelle prossime ore. Stiamo parlando di un tema molto delicato. Comprendo l’arrabbiatura. Il Consolato italiano è a disposizione per dare aiuti immediati. Dobbiamo aspettare”. Ad aggiungere due parole attorno alle 15,30 è stato il vice ministro della Salute, Pier Paolo Sileri che intervistato da Sky in merito alla possibilità di rimpatriare gli italiani ha detto: “Al momento non sono contemplate deroghe all’orizzonte”. Dall’Alitalia, intanto fanno sapere che sono in grado di intervenire: “Qualora l’unità di crisi volesse fare voli di recupero siamo pronti. Ci mettiamo a servizio del Paese”.

Ad alzare la voce sui social, in modo particolare sui profili del ministro Di Maio e del Consolato sono gli italiani bloccati a Londra: “Mi interessa solo tornare in Italia. La mia attività qui – spiega Maria Podda, che ha un bambino di un mese – ho dovuto chiuderla a causa della crisi. Ci hanno abbandonato. Chi di noi ha chiamato l’Ambasciata ha solo ricevuto una mail del Consolato alla quale scrivere se si hanno problemi economici. Ieri dopo aver fatto il tampone io e la mia famiglia eravamo pronti a partire per Milano ma hanno annullato il volo quando stavamo imbarcando il bagaglio. Ci hanno buttato fuori al freddo per ore, in attesa di qualcuno che si è presentato per dirci di tornare a casa. Non hanno pensato a nessuna assistenza. I voli EasyJet, invece, nel pomeriggio sono partiti”. Nella stessa situazione Lara Parmiani: “Avevo programmato di tornare in Italia oggi ma quando ho letto su Facebook le parole del ministro Di Maio ho anticipato la partenza a domenica acquistando un volo che mi è costato 580 euro. Alle 14 era ancora possibile comprarlo sul sito Alitalia. Alle 16 ho scoperto, una volta arrivata in aeroporto, che era stato cancellato. Ho mio padre in ospedale ammalato di Covid, mia madre si è appena ripresa. Devo tornare a casa al più presto”.

G., studente di Bergamo, chiede l’anonimato ma racconta la sua vicenda: “Il mio dottorando è finito perciò stavo tornando in Italia. Qui ho ancora un tetto perché il proprietario di casa, bontà sua, mi ha concesso di restare qualche giorno ma non posso aspettare il 6 gennaio. In queste ore ho chiamato il Consolato italiano a Londra e mi hanno detto di farmi mandare i soldi dai miei genitori. E se non li avessero?”. Intanto nel pomeriggio di ieri è arrivata una nota ufficiale della compagnia di bandiera: “Alitalia a partire dal pomeriggio del 20 dicembre, è stata coinvolta in una situazione di crisi continentale con impatti senza precedenti a seguito di provvedimenti governativi immediatamente esecutivi. La compagnia ha provveduto a fornire la massima assistenza possibile ai passeggeri coinvolti, compatibilmente con le priorità emergenti dall’evento eccezionale. Come da normativa europea tutti i passeggeri in possesso di biglietto potranno cambiare la prenotazione per volare dal 7 gennaio in poi, richiedere un buono maggiorato oppure il rimborso integrale del biglietto”.