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Nuova Alitalia: dipendenti dimezzati, 52 aerei, attenzione ai conti e un partner il prima possibile. Sindacati in rivolta

Presentato il piano al 2025 per il rilancio della compagnia, costata sinora alle casse pubbliche oltre 12 miliardi di euro. L'obiettivo è tronare al profitto e quasi a pieno organico entro quattro anni. Linate polo per la clientela business

Provaci ancora Alitalia. E’ stato presentato oggi l’ennesimo piano di rilancio della compagnia di bandiera, il tempo dirà se questa è davvero la volta buona. La tempistica è un’arma a doppio taglio. Da un lato il settore del trasporto aereo si trova nella sua peggior crisi di sempre, dall’altro questa situazione annacqua le difficoltà specifiche e croniche di Alitalia nel mare di perdite in cui galleggiano ormai anche i vettori più virtuosi. Con la speranza che nella “confusione” generale i vincoli europei sugli aiuti pubblici si allentino un poco.

La nuova Alitalia nasce piccola, “con 52 aerei e un numero di dipendenti che oscilla fra 5.200 e 5.500“, ha detto l’amministratore delegato, Fabio Lazzerini, presentando lo schema del piano 2021-2025. Attualmente i dipendenti sono oltre 10mila. La flotta sarà ” moderna, il più green possibile ed omogenea. E si concentrerà da subito sul lungo raggio”, ha continuato Lazzerini. Il gruppo avrà come primo obiettivo la sostenibilità dei conti.

“La profittabilità è l’obiettivo numero uno. Abbiamo un target di break even (pareggio operativo, ndr) prima dei costi della flotta nel 2022 ed un Ebit (utili prima del pagamento di interessi e tasse, ndr) positivo nel 2023″, ha aggiunto l’a.d., “Gli obiettivi al 2025 prevedono 3,4 mld di ricavi, 93 rotte, un ebit del 7%, 80 aerei di nuova generazione e 9.500 dipendenti“. Lo ha detto l’amministratore delegato, Fabio Lazzerini, presentando lo schema del piano 2021-2025, della nuova Alitalia, Ita Spa. Viste le modeste dimensioni la ricerca di un partner è imprescindibile. “Crediamo di chiudere la nuova partnership nel 2021″, ha quindi detto Lazzerini. La nuova Alitalia punta a creare su Linate un network pensato per la profittevole clientela business. Il presidente Francesco Caio ha affermato che l’intenzione è quella di “Creare un vettore competitivo capace di misurarsi sul mercato che abbia la sostenibilità ambientale ed economica come elemento identitario”.

I sindacati sono però già sul piede di guerra. “Non è condivisibile in quanto assolutamente inaccettabile per noi”, così unitariamente Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporto Aereo giudicano il piano industriale. “Con poco più 50 aerei si va verso l’avvio di una mini compagnia, contraddistinta da un piano insoddisfacente da tutti i punti di vista, industriale ed occupazionale. Serve più coraggio – chiedono i sindacati – da parte dell’azionista Mef, per dare un indirizzo chiaro al cda e all’a.d., visto che i 3 miliardi, investiti dal Governo sono stati stanziati per rilanciare Alitalia e tutto il trasporto aereo, non per licenziare”. Secondo uno studio di Mediobanca Alitalia è già costata ai contribuenti italiani circa 7,4 miliardi di euro a cui vanno però ora aggiunti i 3 miliardi dell’ultimo intervento e altri prestiti erogati negli ultimi due anni, portando l’esborso complessivo sopra i 12 miliardi.