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Covid, in Svezia la pandemia avanza: “Situazione grave, ricoveri +60%”. Ecdc: “Accelerazione più alta d’Europa”

Migliaia di contagi al giorno e una curva epidemiologica in salita spingono il governo ad agire. Il premier Lofven: "Tutti gli indicatori vanno nella direzione sbagliata". Nature: "Il tasso di mortalità dei casi della Svezia è almeno tre volte quello della Norvegia e della vicina Danimarca"

Altri 4.635 nuovi contagi in Svezia, Paese che in Scandinavia ha registrato più vittime e casi di Covid-19. La curva epidemiologica a Stoccolma continua a crescere, e dall’inizio del mese lo fa a una velocità ben superiore rispetto ai mesi precedenti. Secondo quanto riporta il Guardian, i pazienti Covid ricoverati negli ospedali sono aumentati del 60% rispetto alla settimana scorsa e per le autorità sanitarie svedesi la situazione al momento “è molto grave”. In tutto a oggi sono oltre 171mila i contagi e più di 6100 i decessi.

I numeri – Sono 1.004 i pazienti affetti da coronavirus che vengono curati in diverse strutture in tutta la Svezia, rispetto ai 627 di una settimana fa. Secondo i dati del Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc), è l’accelerazione più alta in Europa. “Ci aspettiamo che nelle prossime settimane altre persone saranno ricoverate”, ha detto Björn Eriksson, direttore dei servizi sanitari di Stoccolma, lasciando intendere che l’auspicata immunità di gregge – mai ufficialmente dichiarata – che la Svezia sperava di ottenere all’inizio della pandemia non imponendo un lockdown è lontana. In aumento anche i contagi, con una media di oltre 4mila contro i 500 dell’inizio di aprile. Oggi ne sono stati registrati 4.635. Dall’inizio della pandemia in Svezia ci sono stati 171.365 casi di coronavirus e 6.122 morti. Il tasso di mortalità svedese è molto più alto dei Paesi vicini, ma più basso rispetto a Italia, Spagna e Gran Bretagna.

“Tutti gli indicatori vanno nella direzione sbagliata” – La Svezia è stata sotto i riflettori durante la pandemia di coronavirus, perché unico Paese al mondo a non prevedere nessuna forma di lockdown. Ha scelto la linea morbida, basata su distanziamento naturale e responsabilità individuale dei cittadini. Per contenere le infezioni il governo svedese ha deciso di vietare la vendita di alcol in bar, ristoranti e nightclub dopo le 22 dal 20 novembre fino a tutto febbraio 2021. Il premier Stefan Lofven ha rilevato inoltre che le raccomandazioni – mai diventate obbligo in Svezia – fatte ai cittadini per limitare i contagi vengono disattese in molti casi e quindi il governo deve fare di più. “Tutti gli indicatori vanno nella direzione sbagliata”, ha detto il premier in conferenza stampa, aggiungendo che “il virus si sta diffondendo velocemente e nell’ultima settimana il numero di persone positive in terapia intensiva sono più che raddoppiate”.

I cittadini sono stati inoltre esortati a non recarsi in shopping center, musei, biblioteche, palestre e centri benessere, a lavorare il più possibile da casa, evitare i mezzi pubblici e a non incontrare persone estranee al nucleo familiare. “Abbiamo un lungo inverno davanti a noi. Dobbiamo fare il massimo per ridurre la diffusione dell’infezione”, ha detto Johan Carlson, capo dell’Istituto di sanità pubblica.

Che la Svezia non rappresenti un caso virtuoso è stato scritto anche da Nature, che in un articolo del 21 ottobre non la indica come “un modello di successo”. Le statistiche della Johns Hopkins University, prosegue la rivista, “mostrano che il paese ha registrato più di dieci volte il numero di morti per Covid-19 ogni 100mila persone osservato alla Norvegia (58,12 ogni 100mila, rispetto a 5,23 ogni 100mila in Norvegia). Il tasso di mortalità dei casi della Svezia, che si basa sul numero di infezioni conosciute, è anche almeno tre volte quello della Norvegia e della vicina Danimarca“.