Cronaca

Coronavirus, tutto l’Alto Adige diventa zona rossa. Nuova ordinanza del presidente della provincia Kompatscher

La decisione arriva dopo che pochi giorni fa Bolzano e altri 10 Comuni erano stati messi in zona rossa. La giunta provinciale sceglie la linea dura nonostante il governo abbia inserito la provincia in zona gialla. Nelle ultime 24 ore registrati 781 casi su quasi 3mila test: tasso di positività al 26%

Solo pochi giorni fa il presidente della provincia autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher, aveva dichiarato “zona rossa” 11 Comuni altoatesini, compreso il capoluogo. Ma ora è in arrivo una nuova ordinanza che estenderà il provvedimento a tutto l’Alto Adige. Ciò significa che si passerà alla didattica a distanza nelle scuole di ogni ordine e grado, verranno chiuse le scuole d’infanzia e gli asili, chiuderanno anche i servizi alla persona, come parrucchieri ed estetisti. Inoltre, si potrà entrare ed uscire di casa solo per comprovati motivi di lavoro o di salute. Una stretta che bypassa la decisione del governo di inserire la provincia in area gialla, sulla base dei 21 indicatori fissati dall’Iss.

“L’andamento epidemiologico con i numeri in costante crescita e il sempre maggior numero di comuni dichiarati zona rossa lo impongono. È inutile ormai applicare due provvedimenti diversi“, ha dichiarato Kompatscher”. L’ordinanza, stando a quanto si apprende, verrà firmata nelle prossime ore e sarà valida per almeno due settimane. Sul tavolo del governatore sono infatti arrivati gli ultimi dati dei contagi da coronavirus: nel giro di 24 ore si sono registrati 781 nuovi casi su 2.998 tamponi, 4 i decessi. Il tasso di positività (cioè il rapporto tra casi positivi e test effettuati) resta altissimo: è al 26 per cento, mentre a livello nazionale è intorno al 17.

Quello di Kompatscher è in realtà solo l’ultimo giro di vite deciso in Alto Adige nelle ultime settimane, anche se inizialmente il governatore sembrava intenzionato a mantenere una linea più morbida rispetto a quella di Palazzo Chigi. A fine ottobre la giunta provinciale aveva deciso di non recepire in modo integrale il dpcm del governo che ha imposto lo stop ai musei, la dad al 75% nelle scuole superiori e la chiusura anticipata dei ristoranti. 72 ore dopo, però, è arrivata la retromarcia, con la giunta provinciale decisa a varare misure ancora più restrittive sulla scia di quanto fatto in Germania. Per arrivare poi al semi-lockdown del 2 novembre, con la chiusura di bar, ristoranti e negozi e il coprifuoco dalle 20 alle 5. Tutto superato dalla nuova ordinanza che imporrà all’intera provincia le regole severissime della “zona rossa” già in vigore a Bolzano e in altri 10 Comuni.