Economia

In gazzetta il decreto sul Fondo ristorazione: 600 milioni a fondo perduto per i locali che comprano prodotti di filiere italiane

Tra i beneficiari ci sono i ristoranti ma anche gli agriturismi, le mense, i catering e gli alberghi con attività di somministrazione di cibo. Contributo massimo di 10mila euro

Il decreto con i criteri di ripartizione del Fondo ristorazione è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale. Si sbloccano così gli aiuti previsti dal decreto Agosto per la filiera agroalimentare italiana. A dare la notizia è Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, che parla di “risultato importante ottenuto nell’ambito della nostra campagna di mobilitazione #mangiaitaliano per sostenere l’intero sistema agroalimentare nazionale”. Il fondo, noto anche come “Salva Made in Italy”, vale 600 milioni di euro da erogare come contributi a fondo perduto per acquistare prodotti di filiere agricole e alimentari italiane.

Del bonus potranno beneficiare non solo i ristoranti, le mense e chi svolge attività di catering continuative (che distribuiscono i pasti presso ospedali, scuole, industrie), ma anche gli agriturismi, catering per le cerimonie, banqueting per eventi e gli alberghi che somministrano cibo. Il beneficiario è tenuto ad acquistare almeno tre differenti tipologie di prodotti agricoli e alimentari e il prodotto principale non può superare il 50% della spesa totale sostenuta. Il contributo non può mai essere superiore all’ammontare complessivo per gli acquisti, che deve essere superiore ai 1.000 euro ma inferiore a 10mila, esclusa Iva.

Nella lista dei prodotti sono compresi tutti gli alimenti DOP, IGP o 100% italiani. Ad esempio latte, salumi e carni provenienti da animali nati allevati e macellati in Italia. Ancora, formaggi di latte 100% italiano, olio extra vergine di oliva, zuppe di cerali e minestrone con verdure filiera, pasta e riso. Non mancano passata, polpa e pelati di pomodoro, così come verdura e frutta fresca. Ma anche i sughi pronti e i preparati in scatola, ovviamente Made in Italy. Infine, vini DOP e IGP e aceti balsamici.

“Il settore agroalimentare – ha commentato Prandini – oggi conta 3,6 milioni di lavoratori ed è diventato la prima realtà economica del Paese. Ha la responsabilità di garantire un adeguato approvvigionamento alimentare all’intera popolazione di fronte alla pandemia”.