Società

Il mio Pappalardo immaginario, contro le mascherine e i preservativi: lasciatelo gridaaare!

Ci sono i malati immaginari e anche i “Pappalardi”, questo è il mio:

Tutti lo sanno ormai: il generale di brigata Antonio Pappalardo è contro l’uso del preservativo. Le sue motivazioni sono nobili e hanno anche una matrice storica, sentiamo le sue parole: “Il preservativo? Una cosa ignobile! Non capisco come un eminente medico come Falloppio, quello delle tube, abbia potuto inventarlo. Il preservativo è orrendo, è contronatura ed è anche contro l’Arma dei Carabinieri, pensate a quanti carabinieri non sono potuti nascere a causa di questa guaina diabolica!”.

Secondo Pappalardo il preservativo è “figlio” della dittatura delle multinazionali del lattice, e come dargli torto? Pappalardo è anche contro le aspirine, parla di una dittatura dell’effervescenza, per non parlare delle supposte, un generale di brigata non si può sottomettere alla dittatura delle supposte, e ancora una volta: come dargli torto?

Veniamo a fatti più recenti, come sapete Pappalardo ha una vera e propria insofferenza nei confronti delle mascherine, queste “mutande da viso”, per lui è un affronto che qualcuno voglia coprire il suo bel volto di generale di brigata, come osa questo fantomatico comitato tecnico-scientifico mancare di rispetto ai lineamenti del suo volto? Sentiamo ancora le sue parole: “Certo il Covid esiste ma non è per nulla una pandemia, è un virus del quartierino, un virus-Ricucci, quindi non c’è assolutamente bisogno di tutto questo chiasso, e che sarà mai?”. Ancora una volta ci è difficile dare torto a un generale di brigata, come tutti sanno per diventare generale di brigata bisogna avere studiato Medicina ed essere specializzati in Virologia.

E lasciatelo gridare questo benedetto generale, lasciategli gridare la sua verità. “Senza i medici non esisterebbero le malattie”, pare che abbia detto di recente in una trasmissione televisiva, e per l’ennesima volta non riusciamo a dare torto al nostro Pappalardo che per affetto chiameremo “Pappi”, in effetti filosoficamente una malattia è tale solo se si entra in una prospettiva di cura, se non si ponesse il problema del “curare” le malattie sarebbero solo normalissime alterazioni del nostro essere, Pappi si rivela anche fine filosofo, oltre che virologo e generale di brigata.

Il generale Pappi ha un grande seguito tra i cittadini che masticano la gravitazione universale di Newton a colazione e non fanno differenze tra il caffè ristretto e la teoria della relatività ristretta di Einstein, sono tutte persone colte, informate sui fatti e sui misfatti, gente perbene che vuole volti scoperti e costituzionalmente corretti, gente del fare e del disfare, commercianti pronti a sfidare il Conte Dracula che vuole dissanguarli con norme e divieti che sono assolutamente inutili e controproducenti. “Non sarà un virus-Ricucci a fermarci!”, queste le ultime parole gridate a un megafono immaginario, prima di essere trasportato con la camicia di forza nella mia fantasia.

[Ogni riferimento a fatti o persone reali è puramente immaginario]