Tecnologia

La Cina potrebbe passare al contrattacco. Reuters: “pronta un’indagine antitrust su Google”

Secondo l'agenzia stampa Reuters, che cita fonti vicine al Governo cinese, quest'ultimo starebbe valutando di avviare un'indagine antitrust nei confronti di Google per abuso di posizione dominante in ambito Android, con possibilità di maxi multa per il colosso statunitense.

La guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina è ormai al centro delle cronache da diverso tempo. Ma se Washington ha preso di mira Huawei, TikTok e altre società cinesi, Pechino potrebbe presto passare al contrattacco e far partire un’indagine antitrust nei confronti di Google per presunto abuso di posizione dominante, sfruttando il dominio in ambito Android per soffocare la concorrenza. Questa infatti è la tesi riportata dalla prestigiosa agenzia di stampa Reuters, che cita fonti vicine alla questione.

Dietro, stando a quanto si legge, ci sarebbe lo zampino della stessa Huawei che lo scorso anno avrebbe sottoposto il caso alle Autorità competenti, che sarebbero ora intenzionate ad andare avanti nella faccenda. Secondo quanto riportano le fonti citate da Reuters, Pechino potrebbe dunque far partire un’indagine formale già nel mese corrente. Qualsiasi decisione, però, potrebbe essere influenzata dalle evoluzioni dei rapporti tra Cina e Stati Uniti. Ricordiamo infatti che a novembre si svolgeranno in USA le nuove elezioni presidenziali e che un eventuale cambio al vertice della Casa Bianca potrebbe avere un impatto inatteso sull’intera situazione.

La presunta indagine farebbe eco alle tante azioni intraprese da Washington contro società cinesi, come Huawei, ZTE e ByteDance (TikTok), considerate dall’amministrazione Trump come un pericolo per la sicurezza nazionale. In tutto ciò, Google potrebbe trovarsi ad affrontare l’indagine in concomitanza con l’arrivo di una nuova riforma interna alla Cina che, stando sempre alle fonti, porterebbe a un aumento importante delle multe in caso di violazione delle leggi Antitrust.

La Cina potrebbe quindi seguire l’esempio dell’Unione Europea che – nel 2018 – ha comminato una multa di ben 4,3 miliardi di euro a Big-G per pratiche anticoncorrenziali. Pechino, dunque, potrebbe stabilire l’eventuale multa sulla base dei ricavi globali di un’azienda piuttosto che su quelli locali. Per il momento, i protagonisti della vicenda non hanno rilasciato commenti.