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Da Google un miliardo ai giornali per il progetto “News Showcase”. Ma per gli editori è una polpetta avvelenata

Il nuovo sistema "pagherà per contenuti di qualità" e dovrebbe sostituire Google News già oggetto di critiche per l'uso dei contenuti senza un adeguato corrispettivo consenso. Ma secondo gli editori europei anche News Showcase violerebbe i principi della libera editoria e sarebbe solo un metodo per aggirare le regole

Google ha annunciato ieri che investirà un miliardo di dollari in tre anni per sostenere l’editoria attraverso partnership con realtà editoriali su scala mondiale. Lo ha reso noto l’amministratore delegato del colosso del web statunitense Sundar Pichai in un post in cui ha annunciato la nascita di un nuovo prodotto, chiamato “Google News Showcase”. A differenza di Google News, l’aggregatore di notizie online contro cui più volte si sono mossi gli editori chiedendo di essere ricompensati per i contenuti usati, adesso la società californiana “pagherà gli editori per creare e curare contenuti di alta qualità per un diverso tipo di esperienza di notizie online”, ha spiegato Pichai. Saranno gli editori a scegliere quali notizie mostrare e come farlo. Google News Showcase ha debuttato ieri in Brasile e in Germania, attraverso diverse partnership tra cui Der Spiegel e Die Zeit, per poi espandersi in altri Paesi. Gli accordi già siglati sono circa 200 in Germania, Brasile, Argentina, Canada Regno Unito e Australia.

– “Lanciando un suo prodotto, Google può dettare termini e condizioni, minare la legislazione pensata per creare le condizioni per una negoziazione equa e affermare, al tempo stesso, che sta sostenendo finanziariamente l’editoria”, sottolinea però in una nota la direttrice esecutiva del Consiglio Europeo degli Editori (Epc), Angela Wilde. Secondo l’Epc, i contratti inviati agli editori per la partecipazione alla versione precedente di News Showcase includevano una clausola restrittiva secondo la quale Google può risolvere immediatamente il contratto se un editore partecipa o avvia un ricorso legale o un reclamo relativo all’uso di contenuti di notizie da parte di Google o delle società affiliate. “È importante che gli editori abbiano la libertà di far valere i propri diritti direttamente o di partecipare a contratti collettivi negoziati ai sensi del diritto dell’Ue” ha aggiunto Wilde.

Alcuni editori in Francia e Germania hanno già detto che si rifiuteranno di partecipare al nuovo progetto di notizie di Google a meno che non rispetti appieno le nuove leggi europee sul copyright.

Inoltre, in questi mesi Google ha presentato un ricorso alla Corte d’appello di Parigi contro la decisione dell’autorità per la concorrenza francese, che ha stabilito che il gigante del web dovrà negoziare il pagamento di un compenso agli editori per poter condividere i contenuti online. La sentenza della Corte d’appello di Parigi è attesa per l’8 ottobre. Una legislazione simile a quella europea è in vigore anche in Australia.