Cultura

Morto Quino, il papà di Mafalda: il fumettista argentino aveva 88 anni

La notizia del decesso è stata confermata su Twitter dal suo editore argentino, Daniel Divinsky: "Quino è morto. Tutte le brave persone del paese e del mondo lo piangeranno", ha riferito Divinsky, cofondatore di Ediciones La Flor. Secondo quanto riferito dalla stampa locale, il fumettista aveva subito un ictus nei giorni scorsi, che ha provocato un peggioramento delle sue condizioni di salute

Il padre della contestataria Mafalda, il fumettista argentino Joaquín Salvador Lavado Tejón (per tutti Quino) è morto all’età di 88 anni. Nato nel 1932 a Mendoza, in Argentina, da genitori immigrati dall’Andalusia, fin dalla nascita viene chiamato Quino per distinguerlo dallo zio Lavado Tejón, stimato pittore e grafico, con il quale, all’età di tre anni, scopre la sua vocazione. A tredici anni si iscrive alla Scuola di Belle Arti, ma nel 1949 “stanco di disegnare anfore e gessi” – come riporta la biografia sul suo sito ufficiale – la abbandona e pensa ad una sola professione possibile: fumettista e umorista. Fermamente determinato a raggiungere i suoi obiettivi, all’età di diciotto anni si trasferisce a Buenos Aires alla ricerca di un editore disposto a pubblicare i suoi disegni, ma trascorre tre anni di difficoltà finanziarie prima di vedere il suo sogno diventare realtà.

“Il giorno in cui ho pubblicato la mia prima pagina – ha detto ricordando il suo debutto sul settimanale di Buenos Aires Esto es, – ho avuto il momento più felice della mia vita”. Era il 1954. Da allora e fino ad oggi i suoi disegni umoristici sono stati pubblicati continuamente su innumerevoli giornali e riviste in America Latina e in Europa. Ma il successo arriva nel 1964 con il personaggio di Mafalda: Agens Publicidad stava cercando un fumettista per creare un fumetto «una miscela di Blondie e Peanuts» per pubblicizzare il lancio di una linea di prodotti elettrici per la casa chiamata Mansfield, motivo per cui il nome di alcuni personaggi dovevano iniziare con la lettera M, da cui Mafalda. Agens non termina la campagna, ma a Quino resta qualche striscia che gli sarebbe tornata utile qualche mese dopo, quando diede vita al personaggio che lo avrebbe reso famoso.

Mafalda, la ragazza dai capelli neri che odia la minestra ed è in contrasto con gli adulti, fu pubblicata per la prima volta il 29 settembre 1964 sul settimanale di Buenos Aires Primera Plana. Il 9 marzo 1965, con il passaggio del fumetto al quotidiano El Mundo (in cui Quino pubblicherà sei strisce a settimana), inizia il successo inarrestabile del personaggio, che varca i confini nazionali per conquistare il Sudamerica e poi si estende all’Europa, conquistando una posizione di leadership nell’immaginario collettivo. Jorge Álvarez Editore pubblica il primo libro di Mafalda, che raccoglie le prime strisce in ordine di pubblicazione. Il volume esce in Argentina per Natale e in due giorni si esaurisce la tiratura di 5mila copie. In Italia, il primo libro, “Mafalda la Contestataria”, è stato pubblicato nel 1969, con la prefazione di Umberto Eco, direttore della raccolta, che scrisse: “Mafalda è un’eroina arrabbiata che rifiuta il mondo così com’è (…) vive in una continua dialettica col mondo adulto, che non stima, non rispetta, avversa, umilia e respinge, rivendicando il suo diritto a rimanere una bambina che non vuole gestire un universo adulterato dai genitori”.

Nonostante il grande successo e la fama internazionale, Quino, il 25 giugno 1973, decide di non disegnare più strisce di Mafalda, poiché come disse in seguito in un’intervista a L’Espresso: “Ad un certo punto mi sono veramente stancato. Non ce la facevo più a dire tutto quello che non andava, a passare il mio tempo in un continuo atteggiamento di denuncia. Il momento in cui ho deciso di mettere fine alle avventure di Mafalda, è coinciso poi con l’inizio di un periodo nero per l’Argentina. Quello dei sequestri, delle sparizioni, della dittatura. Il regime militare ha rafforzato la censura. Anche volendo, non avrei mai potuto continuare”. La notizia della morte di Quino è stata confermata su Twitter dal suo editore argentino, Daniel Divinsky. “Quino è morto. Tutte le brave persone del paese e del mondo lo piangeranno”, ha riferito Divinsky, cofondatore di Ediciones La Flor. Secondo quanto riferito dalla stampa locale, il fumettista aveva subito un ictus nei giorni scorsi, che ha provocato un peggioramento delle sue condizioni di salute.