Televisione

Ares gate, Antonella Ponziani a FqMagazine: “Io e Tarallo non ci parliamo da anni, ma quelle contro di lui sono accuse assurde”

Anche "l’ultima musa" di Fellini difende il produttore al centro di una serie di accuse sollevate dalle rivelazioni di alcuni concorrenti del Gf Vip. L'attrice, per diversi anni nel cast di fiction 'Il bello delle donne', ha interrotto i contatti tempo fa, ma oggi ribadisce: "Non posso sapere cosa facessero quando io non c’ero, ma le cose strane di cui sento parlare in questi giorni non le ho mai viste"

“Ho litigato con Tarallo, è vero, ma trovo assurde le accuse che gli sono state fatte in questi giorni”. A parlare è Antonella Ponziani, “l’ultima musa” di Fellini, attrice dal lungo curriculum cinematografico per diversi anni nel cast nelle fiction firmate da Alberto Tarallo e Teodosio Losito, che la scelsero per interpretare una delle protagoniste della serie tv Il bello delle donne. Dopo Manuela Arcuri, anche lei difende il produttore e accusa Adua Del Vesco per le parole pronunciate al Grande Fratello Vip. “A casa loro ci sono stata e non ho mai visto cose strane”, spiega a Ilfattoquotidiano.it.

D: Che idea si è fatta delle accuse della Del Vesco e di Morra?
R: Non mi è piaciuto il metodo, non mi appartiene. Sono accuse gravi, fatte con leggerezza e senza pensare alle conseguenze. Perché non ne hanno parlato prima?

Lei è amica di Alberto Tarallo?
Macché, non ci parliamo da anni.

Cosa accadde?
All’epoca de Il bello delle donne avevo un fidanzato violento, litigavamo spesso, i toni erano molto accessi, tanto che a un festival cinematografico Terry Gilliam intervenne per dividerci e per portarmi via.

Ma Tarallo cosa centra?
Tarallo tendeva a fare clan con i suoi attori, sapeva tutto della mia vita, interveniva spesso e mi è stato molto vicino quando mi lasciai con quel tizio. Due anni dopo quello tornò e Alberto mi disse: “Perché hai fatto ritornare il tuo ex, quello è pronto per distruggerti”.

Com’è finita?
Che quel fidanzato era tornato per vendicarsi, per schiacciarmi psicologicamente e impossessarsi della mia casa. Ho passato anni chiusa a piangere in casa e mi si è arenata la carriera. Tarallo forse era uno invadente ma nel mio caso aveva ragione da vendere. Prima mi mise in guardia e poi s’incazzò di nuovo.

Perché?
Mi propose di fare La bugiarda con Rossella Falk, a teatro. Io avrei dovuto fare la giovane Falk: c’incontrammo, mi fece un provino e mi prese. Io però ero in crisi per colpa di quel fidanzato, rifiutai lo spettacolo con la Falk e Alberto s’infuriò. A quel punto i nostri rapporti si sono freddati…

Prima però ha frequentato la loro casa…
Certo. Volevo bene a entrambi, sia a lui che a Teodosio Losito, anche se non eravamo amici intimi. Certo, non posso sapere cosa facessero quando io non c’ero ma le cose strane di cui sento parlare in questi giorni non le ho viste e non ne ho mai sentito parlare. Ricordo piuttosto gli incontri speciali con attrici straordinarie come Virna Lisi, Rossella Falk o Stefania Sandrelli.

Tarallo aveva un caratteraccio?
Ogni tanto faceva delle litigate clamorose, come quella che ebbe sul set con il regista Maurizio Ponzi. Io stessa devo una parte del successo a una sua lite: ebbe degli screzi con Eva Grimaldi e affidò a me il suo personaggio ne Il bello delle donne. Così mi ritrovai a fare una delle protagoniste principali con Stefania Sandrelli.

Di Losito che ricordo ha?
Era bellissimo, sensibile e fragile, mi ricordava quel personaggio del film Magnolia che dice: «Ho tanto amore da offrire». Lui e Alberto si sono amati e voluti bene per vent’anni.

Giuliana De Sio ha detto di quell’ambiente: “Ho visto e pensato ma quello che ho pensato lo tengo per me”. Possibile che lei in quegli anni non abbia notato nulla di strano?
Di strano no. Ma ricordo ciò che m’infastidì: a un certo punto iniziarono ad arrivare una serie di raccomandati che non sapevano recitare. Non so perché questi personaggi fossero lì. Noi del cast storico ci guardavamo e dicevano: “Ma che ci fanno?”.

Nel cast della serie ‘Il bello delle donne…dieci anni dopo’ lei però non c’era: perché?
Perché non fui chiamata. La tentazione di andare e litigare con Tarallo l’ho avuta: trovai un’ingiustizia non essere stata coinvolta nel progetto. Ma non per questo adesso mi metto a parlare male di lui.