Scuola

Primo giorno di scuola per 6 milioni di studenti. Vertice a Palazzo Chigi: “Affrontati tutti i nodi”. Da Alzano a Roma: la cronaca dalle città

Le lezioni non sono più state in presenza dal 5 marzo in tutta Italia, da due settimane prima in alcune regioni del Nord. Dopo l'incontro del premier con i ministri sono stai diffusi i dati su mascherine e banchi: "Distribuiti 2 milioni entro fine ottobre". Da Milano a Torino fino a Roma, i racconti dagli istituti che ripartono

Dopo circa sei mesi è tornata a suonare la campanella nelle scuole italiane: sono oltre 5,6 milioni gli alunni che hanno ripreso oggi le lezioni in classe. A causa della pandemia da Covid-19, le scuole hanno chiuso il 5 marzo in tutta Italia, due settimane prima in alcune regioni del Nord, e le lezioni sono continuate a distanza.

“La scuola è ripartita e che le attività scolastiche sono riprese in modo ordinato nel rispetto delle regole sanitarie”. Così una nota di Palazzo Chigi, in serata, esprime la soddisfazione del premier e dei ministri al termine del vertice sulla scuola: “Sono stati affrontati tutti i vari nodi relativi all’organizzazione e alla ripartenza della scuola, dai trasporti alle modalità di ingresso e uscita dagli istituti scolastici, dalla fornitura di banchi e mascherine fino alle questioni più strutturali che riguardano il mondo scolastico”.

Mascherine, banchi, mezzi pubblici: i nodi del vertice – Uno dei temi sul tavolo dei ministri è la fornitura gratuita di mascherina, di cui sono stati forniti i dati aggiornati: “136 milioni di mascherine chirurgiche nelle scuole di tutta Italia e, inoltre, 445mila litri di gel igienizzante. Ogni giorno verrà assicurata la distribuzione gratuita di una mascherina chirurgica ad ogni studente. La distribuzione proseguirà con cadenza settimanale”. Per quanto riguarda le carenze dei banchi segnalate da molti presidi, la nota di Palazzo Chigi precisa che “la fornitura procede senza sosta. In dieci giorni sono stati messi a disposizione 200mila banchi”,pari alla stessa quantità che ordinariamente viene prodotta in Italia in un anno intero. “Entro fine ottobre – sottolineano – saranno distribuiti agli istituti scolastici 2 milioni di banchi monoposto e 400mila sedute innovative”. Durante il vertice, prosegue la nota, si è anche discusso delle motivazioni che hanno spinto alcune Regioni a rinviare l’inizio delle lezioni. Infine un passaggio sui trasporti: “Le disposizioni sul riempimento dell’80% dei mezzi pubblici e le linee guida concordate con Regioni ed enti locali hanno consentito di assicurare regolarmente il servizio e permesso di evitare situazioni di particolare criticità”.

I numeri – Quest’anno sono 8,3 milioni le studentesse e gli studenti che rientrano tra i banchi: 7.507.484 negli istituti statali, ai quali si aggiungono i circa 860 mila delle paritarie. Quelli delle scuole statali saranno distribuiti in 369.048 classi. Di questi, 876.232 sono iscritti alla Scuola dell’infanzia, 2.384.026 alla Primaria, 1.612.116 alla Secondaria di primo grado, 2.635.110 alla Secondaria di secondo grado. Si registra un leggero calo degli alunni: lo scorso anno erano 7.599.259. Sempre nella scuola statale, studentesse e studenti con disabilità aumentano dai 259.757 di un anno fa ai 268.671 di quest’anno. Di questi, 19.907 frequenteranno la Scuola dell’infanzia, 100.434 la Primaria, 70.431 la Secondaria di primo grado, 77.899 la Secondaria di secondo grado. Nelle Secondarie di II grado statali 1.327.443 ragazze e ragazzi frequenteranno un indirizzo liceale, 830.860 un Istituto tecnico, 476.807 un Istituto professionale.

Codogno, il sindaco regala 5mila mascherine e promette: “Presto quelle biodegradabili”. Lezioni anche in giardino – Alle otto di questa mattina i circa 4000 studenti di Codogno, da quelli che frequentano la scuola primaria a quelli delle superiori, come l’Istituto Tecnico Agrario Tosi, sono ritornati sui banchi. Le scuole del comune dove è stato accertato il primo caso di Coronavirus in Italia sono state chiuse chiuse il 22 febbraio scorso. E lo stesso è accaduto per gli altri nove comuni poi isolati in zona rossa. Per l’occasione il sindaco Francesco Passerini donerà alla scuola media Ognissanti 5 mila mascherine chirurgiche. E proprio a proposito di mascherine, ha annunciato, tra non molto dovrebbero arrivare quelle biodegradabili, “in modo da preservare l’ambiente. È già stata contattata un’azienda lombarda che le produce e siamo in attesa del preventivo”. “Sappiamo che sarà un anno delicato, complicato e diverso da quelli precedenti. – ha affermato il sindaco – La riapertura delle scuole di oggi è il simbolo di una ripartenza generale del Paese”. All’Istituto comprensivo Ognissanti l’idea è stata quella di attivare lo “school garden”, ovvero fare lezione anche negli spazi esterni della scuola, in giardino. “Quando si dice: da una crisi, l’opportunità – ha detto Cristina Baggi, presidente del consiglio dell’Istituto – Dove non avremo aree ombreggiate, abbiamo chiesto ai tre Comuni lodigiani che fanno riferimento alle nostre scuole (Codogno, Fombio e San Fiorano) di fornirci i gazebo: richiesta accolta subito”.

Alzano e Nembro, i genitori: “I ragazzi sono preparati, sono responsabili e hanno rispettato le norme”
Trepidazione, emozione e anche un po’ di apprensione caratterizzano la riapertura delle scuole stamattina ad Alzano Lombardo e Nembro. I due paesi bergamaschi della val Seriana sono stati, a marzo e aprile, epicentro dell’emergenza sanitaria per il Covid-19. Le operazioni di ingresso nelle scuole si sono svolte regolarmente e senza problemi. “I ragazzi sono preparati e sanno che devono comportarsi così – commenta un genitore -. Sono responsabili e hanno rispettato tutte le norme, ben consci che questo sarà un anno un po’ particolare per loro e anche per noi. Vederli con indosso una mascherina è singolare, ma di alternative non ce ne sono”. Qui i banchi inviati dal governo sono arrivati già tre settimane fa, primi in Italia, come simbolo della ripartenza.

In Piemonte si misura la febbre a casa e si firma l’autocertificazione, ma la scuola ha l’obbligo di verifica: l’ordinanza
“Febbre misurata, autocertificazione firmata”. Anche a casa del governatore del Piemonte, Alberto Cirio, ci si prepara all’inizio dell’anno scolastico rispettando l’ordinanza regionale che impone alle famiglie di certificare la temperatura dei figli e alle scuole di verificarla. “In casa Cirio ci si prepara per andare a scuola”, scrive sul suo profilo Facebook il presidente della Regione, commentando la foto in cui misura la temperatura alla figlia. L’ordinanza regionale ha suscitato nei giorni scorsi numerose polemiche, ma le scuole si sono adattate alle disposizioni. Al momento, viene segnalata qualche coda di studenti all’ingresso di alcuni istituti, ma in generale non risultano esserci state particolari criticità. Molte le scuole che si sono attrezzate con termoscanner, differenziando gli ingressi per evitare gli assembramenti. “Tutto sta funzionando bene – ha detto il governatore -. Questo dimostra che la verifica della febbre è più facile di quanto previsto dal ministro, anche perché i nostri dirigenti, i nostri presidi, i nostri insegnanti, i nostri bidelli sono di gran lunga più efficienti del governo della scuola a livello politico nazionale”. Oggi ha riaperto anche l’istituto superiore Cobianchi, a Verbania, chiuso tre settimane fa per il caso – il primo registrato in Italia – di una insegnante positiva al Covid-19. Le due aule sono state subito sanificate e la scuola ha riaperto regolarmente.

A Firenze si torna a scuola, ma le aule sono le sale del Teatro della Pergola
Suona la campanella anche al Teatro della Pergola di Firenze. Fino a novembre, tre classi della scuola media Giosuè Carducci faranno lezione nella sala delle Colonne, nel saloncino intitolato all’attore Paolo Poli e nel foyer di galleria. Oltre alle lezioni canoniche, nella sale del Teatro, adattate ad aule scolastiche, gli studenti seguiranno anche lezioni di storia del teatro, di etica digitale e un laboratorio teatrale. L’iniziativa, voluta dal Comune di Firenze, ha lo scopo di mettere i giovani al centro dell’attività del Teatro.

Flash mob davanti agli istituti a Roma. Le note di “Don’t worry be happy” suonano al posto della campanella
Gli studenti della Rete degli studenti medi del Lazio si sono mobilitati organizzando flash mob in alcune scuole a Roma e in tutto il Lazio. “Ormai da diversi mesi – spiegano – viviamo in una situazione di assoluta incertezza e precarietà: indicazioni poco chiare, banchi e organico non sufficienti e trasporti pubblici che non garantiranno la sicurezza”. I flash mob chiedono di ascoltare le proposte lanciate dalla Rete degli Studenti del Lazio con un appello nelle scorse settimane. Alla mobilitazione hanno partecipato anche studentesse e studenti il cui rientro è stato posticipato da ordinanze comunali o dei Consigli di Istituto: “Non basta rimandare la data di riapertura delle scuole, serve un investimento strutturale nella scuola per garantire a tutte e tutti il diritto allo studio in sicurezza”, dicono i ragazzi. All’istituto comprensivo Falcone e Borsellino, a pochi passi da piazza Bologna a Roma, e note di “Don’t Worry, Be Happy” di Bobby McFerrin hanno dato il benvenuto stamattina agli studenti. Segnaletica per il distanziamento, divisioni in gruppi e ingressi scaglionati è la ricetta usata per non creare assembramenti e confusione. Anche fuori dagli istituti, tutti i ragazzi indossano la mascherina.

Milano, striscioni di protesta davanti ai licei. “Regole tristi”
“Bentornati/e! (..ma come?)”. “Siamo tornati (…ma come?)”. È quanto si legge sugli striscioni appesi davanti a numerosi licei di Milano, dall’Agnesi al Manzoni, dal Berchet al Tito Livio, dal Vittorio Veneto al Vittorini, firmati dai collettivi delle scuole o da Rsm, la Rete degli studenti di Milano. Gli studenti protestano contro le regole decise dal governo per la riapertura delle scuole che vietano momenti di socialità come l’intervallo e, per questo, hanno indetto anche una manifestazione che si terrà il 25 settembre. “Si respira psicosi nell’aria” hanno commentato ragazze e ragazzi del liceo Virgilio, in zona Porta Venezia, confrontandosi tra loro al termine delle lezioni. La scuola è molto bene organizzata, ma alcune regole sono davvero tristi perché non c’è intervallo, bisogna tenere la mascherina tutto il tempo e non possiamo intrattenerci come prima con gli studenti delle altre classi”, commentano gli studenti. Nella maggior parte degli istituti milanesi, i ragazzi frequentano le lezioni con la didattica mista, un giorno a scuola e un giorno da casa, perché gli spazi che le scuole hanno a disposizione non bastano ad assicurare il distanziamento per tutti. “I primi segnali che abbiamo avuto sono di ingressi più o meno tranquilli ovunque”, ha commentato il sindaco Giuseppe Sala. A proposito dei trasporti, “i mezzi pieni all’80 per cento potrebbero dare il senso di assembramento. Ma – ha precisato il sindaco – quello che mi hanno detto oggi dall’Atm è che sono molto attenti a misurare gli ingressi nelle metropolitane e hanno messo 300 persone per verificare la capienza dei mezzi di superficie. Non so se sia sufficiente o meno, ma mi pare buon impegno da parte loro”.