Società

Complotti, se a crederci sono i giovani la questione diventa davvero preoccupante

di Paolo Di Falco e Marta De Vivo

“Nulla al mondo è più pericoloso di un’ignoranza sincera e una stupidità coscienziosa.” A dire queste parole fu il reverendo King e, pensandoci bene, calzano a perfezione per riassumere la curiosa storia di due avventurieri italiani: marito e moglie, intrepidi avventurieri, nel 2020 decidono di compiere un’avventura verso i confini della conoscenza.

L’obiettivo? Dimostrare che la Terra è piatta, e così, venduta anche la loro macchina, per la sete della conoscenza, in pieno lockdown da Venezia si dirigono alla volta della Sicilia, alla ricerca della fine del mondo. Peccato che una volta arrivati in Sicilia, oltre ad aver scoperto che il mondo non finiva e che – chi l’avrebbe mai immaginato – dopo anni di complotti Google maps diceva il vero, hanno pure rischiato un naufragio vicino Ustica, dove sono stati poi tratti in salvo dalla Guardia costiera. Ironia della sorte: per arrivare in Sicilia la coppia di avventurieri non ha nemmeno usato mappe o altro del proprio cellulare (tutto un complotto), ma si orientava con una bussola, strumento che funziona sulla base del magnetismo terrestre, principio che loro, da terrapiattisti, avrebbero dovuto rifiutare.

Fatti del genere, nel 2020, oltre a farci ridere a crepapelle ci fanno anche riflettere abbastanza. Solamente in Italia ci sono ben 30mila terrapiattisti, 30mila geni incompresi che credono che la Terra sia piatta, 30mila persone che credono che dietro ci sia una cospirazione, 30mila persone secondo cui l’Australia non esisterebbe. Ma ci rendiamo conto? Nel 1969 siamo anche arrivati sulla Luna, oggi l’intelligenza artificiale è in grado di fare miracoli e poi… la Terra è piatta.

Non solo ironia del destino: secondo un sondaggio di YouGov, un terzo degli statunitensi tra i 18 e i 24 anni non è sicuro della forma del nostro pianeta. Come possiamo noi giovani, noi che praticamente siamo nati con lo smartphone in mano, credere alle migliaia di balle con cui i terrapiattisti cercano di appoggiare la loro assurda tesi? Come possiamo noi millennials credere a qualche video su Youtube girato amatorialmente da un uomo di mezz’età con in testa un cappello di carta stagnola per proteggersi dagli alieni?

Non so se ci rendiamo conto, ma il problema non è credere che la Terra sia piatta o simili, bensì realizzare che queste credenze, dal momento che siamo letteralmente bombardati da informazioni, riescano ad attecchire anche nelle menti dei più giovani. È proprio tramite la rete, tanto popolata da noi giovani, che queste assurde teorie vengono condivise: a partire dal 2015, secondo i dati di Google Trends, c’è stato un esponenziale aumento di ricerche con oggetto “Flat Earth” e così a scalare fino a raggiungere livelli incredibilmente sconcertanti per l’era evoluta nella quale viviamo.

I social network di sicuro non hanno aiutato e non aiutano tuttora a sconfiggere questa brutta bestia, chiamata anche disinformazione. Nei vari forum dedicati ai terrapiattisti e su altri canali social come Youtube, Instagram e Facebook circolano video, immagini e lunghi post che possono apparire del tutto satirici, ma che celano una realtà preoccupante. Su questi profili social di terrapiattisti si possono trovare affermazioni complottiste rivolte a scienziati e ricercatori definiti come “Satanisti della Nasa” che “hanno il solo scopo di ingannare e propagare menzogna.”

Queste affermazioni, a noi convinti sostenitori della sfericità della Terra, su un primo momento possono anche strappare una risata, purtroppo però sono deleterie per le giovani menti che si stanno ancora formando e stanno imparando a conoscere il mondo. Infatti per quanto i terrapiattisti rappresentino un gruppo minoritario della società, le loro prese di posizione e tesi che vengono puntualmente proposte con astuzia al pubblico possono mandare in confusione e portare anche i più giovani a credere a queste cretinaggini.

I social network dovrebbero impegnarsi maggiormente nella lotta di queste bufale e contrastare così un’involuzione culturale di massa. Un’involuzione che, se non interveniamo in tempo, potrebbe avvenire prima del previsto: di giorno in giorno aumentano i gruppi di persone che si uniscono a sostegno di tesi anticicliche rispetto ai tempi che stiamo vivendo e si pongono in maniera feroce contro la scienza: basti pensare ai negazionisti del coronavirus, i no vax, i complottisti del 5G…

Se proseguiamo in questa direzione rischieremo sul serio di raggiungere gli apici dell’ignoranza più estrema; onde evitare che ciò avvenga è bene intervenire prima, investendo nell’istruzione di noi ragazzi ed evitando lo spargimento di fake news. Lo stesso Einstein, che dai nostri amici terrapiattisti è stato definito più di una volta “ebete”, diceva che: “Solo due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana, e non sono sicuro della prima.“