Politica

Coronavirus, i negazionisti tornano alla ribalta. E mi pare di avere un déjà vu

di Andi

Rivedo post e vignette di persone che rivendicano che in Italia ci sono meno morti per Covid e più morti per altre cause. Gli amabilmente chiamati “leoni da tastiera”, che in verità non è altro che gente comune che non vede l’ora di sfoggiare la propria ignoranza, sta inondando i propri profili social con confronti del tipo “4 morti per Covid-19 e 638 morti per malattie cardiocircolatorie, 483 per tumore, nonché incidenti stradali o cadute dalle scale” con l’intento di ridimensionare e ridicolizzare gli effetti devastanti della pandemia.

Eppure mi pare di avere un déjà vu: non si diceva lo stesso prima che la pandemia scoppiasse in Italia e poi la pandemia è davvero scoppiata e ci siamo rimangiati tutto divorando lingua e dita che hanno espresso simili paragoni? In realtà in Italia si soffre e si muore maggiormente per memoria corta che per virus, ma questa volta si superano tutti i limiti perché i bollettini della protezione civile, ogni sera alle 18, col duo Franco Locatelli e Angelo Borrelli, che contano i morti, gli allarmismi dei dottori negli ospedali lombardi, risuonano ancora freschi nelle mie orecchie.

La questione non è che altri episodi provocano più o meno morti, il problema è che il Covid è causa di morti e malattie inaspettate che possono crescere esponenzialmente e nessuno, come si è dimostrato, è mai pronto a simili eventi. Abbiamo fatto in fretta a dimenticare l’esercito che trasportava bare, il disagio della chiusura forzata, la nostalgia per i genitori, un amico lontano che fa fatica a respirare o anche una moglie o una sorella costretti a partorire in solitudine senza conforto.

Spuntano, pian piano, anche nuove specie di persone che non pensavo potessero esistere, o almeno non così in fretta. I negazionisti, infatti, al pari di terrapiattisti e novax, tirano fuori i complotti più arzigogolati pur di dar alito ad orgasmi e masturbazioni mentali, quando il cervello ha poco da fare per il resto della giornata. I negazionisti hanno la fobia del filo logico; serve a poco, dati Istat alla mano, mostrar loro come la mortalità nei mesi della pandemia sia schizzata con valori fino a dieci volte superiori nelle località più affette, perché il negazionista ne sa sempre più della statistica.

Il negazionista ama odiare e si definisce fascista; è devoto alla nuova destra che nel più becero sciacallaggio politico dà la colpa del Covid al migrante, mentre i propri amministratori sono stati artefici della peggior gestione della pandemia al mondo. Il negazionista non è in grado di comprendere la contraddizione ma si abbandona a credenze medievali e alle più scurrili blasfemie.

Chi l’anno scorso disonorava l’Inno di Mameli facendolo suonare tra le discoteche della riviera romagnola a colpi di mojito e perizoma (almeno questa volta non si è pulito il culo col tricolore) inscena oggi il ruolo del padre di famiglia, mettendo alla mercé degli spietati social addirittura i propri figli ed affetti.

Matteo Salvini, o comunemente conosciuto come “cazzaro verde”, arringa bifolchi trogloditi e negazionisti inducendoli ad uscire di casa, gettare le mascherine (dopo aver accusato il governo della carenza delle stesse) e ignorare il fenomeno che fino a pochi mesi fa ci ha tenuti col fiato sospeso. È lui stesso ad organizzare assembramenti che non faranno altro che abbassare la guardia e spargere il virus dal quale ce la siamo appena scampata.

Così che, mentre il resto dell’Europa pian piano inizia a restringere le regole, in Italia raggiungiamo i 1500 contagi giornalieri. Se malauguratamente dovessimo avere un ritorno del virus, negazionisti, ignoranti, fascisti e sciacalli della politica saranno i maggiori responsabili.

I presidenti della Repubblica e delle camere devono prendere atto che senatori e deputati del parlamento stanno propagandando il non rispetto della legge, calpestandola in prima persona. Questa gente deve essere allontanata perché ormai non è più questione di divergenze politiche.

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