Economia

Il pil Usa nel secondo trimestre è calato del 31,7%. Svolta Fed: l’occupazione diventa la stella polare per le decisioni sui tassi

Il dato finale è meno peggio della prima stima, che aveva dato il prodotto in calo del 32,9%. In lieve calo le nuove richieste di sussidio per i disoccupati, ma restano più di un milione in una settimana. Così la banca centrale ha deciso che i tassi resteranno bassi anche se l'inflazione supererà il 2%

L’economia americana nel secondo trimestre si è contratta del 31,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. E’ la seconda stima sull’andamento del pil tra aprile e giugno, lievemente migliore rispetto al -32,9% della prima rilevazione e rispetto alle attese degli analisti, che scommettevano su una contrazione del 32,5%. Ma resta un crollo senza precedenti. Intanto le richieste di sussidi alla disoccupazione la scorsa settimana sono calate di 98.000 unità, restando comunque a quota 1,01 milioni. In questo quadro, la Fed ha dato una svolta alla sua politica monetaria, aprendo alla possibilità di lasciare i tassi bassi anche se l’inflazione supera il 2%.

L’attenzione della banca centrale Usa, d’ora in poi, si concentrerà di più sull’andamento del mercato del lavoro. La decisione è stata presa dal Federal Open Market Committee – il comitato che adotta le decisioni di politica moneraria – e confermato dal presidente Jerome Powell in apertura del suo intervento alla conferenza annuale di Jackson Hole, che quest’anno si svolge in videoconferenza.

Disoccupati a 14,5 milioni – Il lieve calo delle domande iniziali di sussidio è visto come un segnale positivo, ma prima della pandemia le richieste non avevano mai superato quota 700.000 a settimana. Il numero totale di disoccupati con il sussidio, nella settimana finita il 15 agosto, è stato di 14,5 milioni, 223mila in meno rispetto alla settimana precedente. La media mobile su quattro settimane è di 15,1 milioni, in calo di 604mila rispetto al dato calcolato la settimana prima.