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Coronavirus, in Spagna 20mila contagi in quattro giorni. “Servono misure drastiche”. Francia, quasi 2mila nuovi casi in 24 ore

Varie regioni hanno imposto nuove limitazioni, in particolare alla vita sociale. Il direttore del Centro per il coordinamento Fernando Simon: "Il ritorno a scuola è un’opportunità per una più facile trasmissione del virus". In Gran Bretagna Johnson conferma l'avvio dell'anno scolastico a settembre

Quasi ventimila casi in più da venerdì scorso: in Spagna i contagi da coronavirus continuano a salire a ritmi vertiginosi. 19.382 in pochi giorni, 2.060 solo nelle ultime 24 ore. Lo comunica il Centro per il coordinamento sanitario spagnolo, citato dal quotidiano El Pais: il direttore, Fernando Simon, ha fatto appello al governo di Madrid chiedendo di adottare misure “drastiche” per contenere la pandemia. I ricoverati in ospedale al momento sono 1.294 e le nuove vittime 34, portando il totale a 28.872 morti. Dall’inizio della pandemia, complessivamente, 405.437 persone hanno contratto il Covid.

Varie regioni spagnole hanno imposto nuove limitazioni, in particolare alla vita sociale. “Il ritorno a scuola è un’opportunità per una più facile trasmissione del virus“, ha anche aggiunto Simon. La regione della Catalogna ha annunciato l’estensione del divieto agli incontri di oltre 10 persone; la Murcia ha limitato i raduni a un massimo di sei persone.

Intanto la Francia registra 1.955 nuovi casi di coronavirus e 15 i morti in un solo giorno. Lo riferiscono le autorità sanitarie francesi, citate da Le Figaro: ieri i contagi erano stati quasi 5.000.

Il virus non si arresta neanche in Germania, dove però la situazione varia in maniera significativa fra i vari Laender. “I numeri in sé in Germania sono ancora gestibili, ma il problema è la dinamica – ha detto il ministro della Salute, Jens Spahn – C’è un momento in cui la situazione si ribalta. E dunque bisogna restare vigili”, Da fine luglio in Germania si registrano oltre mille nuovi casi al giorno e sabato si è superato il picco dei 2mila.

Nel Regno Unito, dove nelle ultime 24 ore sono stati registrati 853 nuovi contagi, Boris Johnson preme per riaprire al più presto le scuole. Dopo i dati confortanti sui contagi nelle aule delle elementari – 70 su un milione di bambini tornati a scuola in giugno – oggi il premier ha inviato un messaggio per rassicurare i genitori: “Il ritorno sui banchi a settembre è vitale”, ha detto, a fronte di rischi “molti piccoli”.

A Ginevra oggi la scoperta di tre casi positivi fra i delegati ha costretto l’Onu a sospendere i colloqui sulla Costituzione siriana, appena ripresi dopo mesi di sospensione proprio a causa del virus. L’epicentro della pandemia resta, tuttavia, ancora nel continente americano. Gli Stati Uniti hanno registrato 176.809 morti in totale e 5,7 milioni di infettati (secondo il conteggio dell’agenzia Afp) e rimangono il Paese più colpito al mondo. Segue il Brasile, che conta 144.744 morti e 3,6 milioni di contagiati: nel Paese sudamericano i numeri sembrano comunque in leggera flessione, tranne che nello Stato di Rio de Janeiro dove restano in forte ascesa. Nel mondo la pandemia ha superato oggi le 809mila vittime.