Cronaca

Rientri da Paesi a rischio, pochi aeroporti attrezzati per i tamponi. Ecco le misure in vigore in ogni Regione

In mancanza del sierologico e dei test all'arrivo, ogni passeggero è tenuto ad autodenunciarsi e a prenotare un tampone. Nel frattempo, secondo l'ordinanza, si dovrebbe rimanere in isolamento, ma Emilia Romagna, Calabria e Lombardia derogano alla norma. Ecco tutte le ordinanze

Passeggeri che lasciano porti e aeroporti senza essere controllati, scali che si devono ancora attrezzare, governatori che firmano provvedimenti in contrasto con quelli del governo. L’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza è stata firmata meno di 36 ore fa e già ci sono più eccezioni che regole. Il documento prevede tamponi obbligatori per chiunque entri in Italia da Spagna, Grecia, Malta e Croazia o, in alternativa, un test sierologico negativo fatto non più di 72 ore prima dell’ingresso nel nostro Paese. Molte Regioni – come la Liguria, la Sardegna, il Veneto, il Piemonte, il Lazio – si stanno adeguando, ma molti scali – incluso Malpensa – non faranno i test al proprio interno: ogni passeggero quindi è tenuto ad autodenunciarsi e a prenotare un tampone. Nel frattempo, secondo l’ordinanza, si dovrebbe rimanere in isolamento, ma Emilia Romagna, Calabria e Lombardia derogano alla norma. Ecco come si sono organizzati gli aeroporti nelle diverse Regioni.

Lombardia – A Milano Malpensa non si faranno tamponi per chi è in arrivo da Croazia, Grecia, Malta o Spagna: una postazione per i test dentro l’aeroporto creerebbe troppe file e assembramenti, esattamente ciò che va evitato. Lo conferma l’Ufficio di sanità marittima, aerea e di frontiera (Usmaf) “Questa situazione è estendibile a tutta Italia, non ci sono aeroporti dove si possano fare accertamenti con tamponi, tranne piccolissimi scali con 100 passeggeri al giorno, non certo i 6mila previsti nel periodo di Ferragosto tra Malpensa e Linate”. Un’ipotesi – spiegano – è quella di allestire una struttura vicino allo scalo insieme ad Ats, ma ci vorrebbe ovviamente del tempo, quindi la soluzione non viene vista come praticabile nell’immediato. Né tanto meno lo è quella di fare i tamponi in aeroporto, sempre con il supporto di Ats. Chi è atterrato tra ieri e oggi quindi, pur provenendo da zone a rischio, è potuto tornare tranquillamente a casa. La Regione infatti non prevede nessun isolamento fiduciario per chi rientra dai quattro Paesi a rischio. Bisogna comunque chiedere di essere sottoposti al test, ma l’unica indicazione di comportamento arriva dal governatore Attilio Fontana. “Nelle ore precedenti l’effettuazione del tampone e in attesa del suo esito – ha precisato su Facebook – mantenete il distanziamento e utilizzate la mascherina sia all’aperto sia in presenza dei vostri amici e conoscenti”.

Liguria – La Regione prevede l’obbligo di autosegnalazione ai contatti (numeri o mail) dedicati delle singole Asl entro 48 ore dall’arrivo ed esecuzione del tampone per tutti coloro che arrivino in Liguria da Spagna, Grecia, Croazia o Malta. In caso di esito positivo del tampone, quarantena obbligatoria per 14 giorni. “La Regione – si legge in una nota – con il coordinamento di Alisa, ha previsto l’attivazione in ciascuna Asl di un numero dedicato, con il potenziamento del personale e la predisposizione di luoghi dedicati in cui effettuare i tamponi, attraverso il sistema drive through“.

Emilia Romagna – All’aeroporto Marconi di Bologna al momento non è prevista la possibilità di effettuare tamponi e test rapidi a chi arriva da Croazia, Grecia, Malta e Spagna. Quindi, come previsto dall’ordinanza ministeriale, è responsabilità del passeggero contattare la Ausl del territorio di residenza per comunicare il rientro da quei Paesi e prenotare il tampone da fare entro 48 ore dal rientro in Italia.
Per chi risiede a Bologna l’Ausl ha attivato un form online attraverso il quale chi rientra da quei Paesi può autosegnalarsi e prenotare il tampone.

Toscana – Ieri sono partiti all’aeroporto di Firenze i controlli sui passeggeri in arrivo da Croazia, Malta, Grecia e Spagna ma i test, almeno per ora, non vengono effettuati all’aeroporto. Al momento, chi proviene da questi paesi viene informato della nuova ordinanza da parte di personale della Polaria, viene ‘tracciato’ tramite registrazione del nome e del domicilio dove risiederà: dove dovrà porsi in isolamento fiduciario ed effettuare un tampone entro le 48 ore. Spetta quindi alle persone rientrate dall’estero contattare Asl e medico di base per effettuare l’esame entro i due giorni.”Per fare meglio ed evitare code e lungaggini agli aeroporti, avevo già scritto al governo chiedendo di obbligare le compagnie, che finora si sono rifiutate, a fornirci gli elenchi dei rientri – ha scritto su Facebook il presidente della Regione Enrico Rossi – La mia richiesta non ha avuto risposte”.

Lazio – A Roma Fiumicino, al momento, diversi totem segnalano ai passeggeri l’obbligo di segnalare alla Asl il rientro dai Paesi a rischio e fare il tampone entro 48 ore. Ma partiranno presto: una nota di Aeroporti di Roma informa che negli scali di Fiumicino e Ciampino sono state allestite le aree dedicate che potranno essere utilizzate per effettuare i test ai passeggeri oggetto dell’ordinanza. Dodici box a Fiumicino al Terminal 3 (in un’aerea che potrà accogliere 480 persone contemporaneamente nel rispetto della privacy e del distanziamento) e altri 3 a Ciampino.

Umbria – Al San Francesco di Perugia da oggi i test per i passeggeri in arrivo da Malta (con cui ha un collegamento diretto) verranno effettuati direttamente al terminal. Lo ha annunciato l’assessore alla Salute Luca Coletto: “Dopo aver informato la Prefettura e la Questura abbiamo deciso di fare i tamponi ai passeggeri in arrivo da Malta direttamente in aeroporto, anche perché l’ordinanza è entrata in vigore da poche ore e molti di loro potevano non essere informati nel modo opportuno. Il personale sanitario sottoporrà ai tamponi i passeggeri che, comunque, dovranno stare in isolamento fiduciario fino al momento dell’esito“.