Cultura

Addio a Franca Valeri, l’anticonformista sempre in anticipo sui tempi. Quando diceva: “Il successo mi ha distratto dall’amore”

Una artista moderna con una vita intensa, che ha attraversato in 100 anni la guerra, le leggi razziali, poi la voglia di riscatto l’amore totale per la recitazione. Mordere l’attimo e sempre era il suo motto: “Sopravvivere è un lavoro bellissimo, secondo me”. E così ha fatto fino all’ultimo istante

La prima attrice comica in Italia (da molti è stata considerata l’Alberto Sordi in gonnella), ma anche autrice, drammaturga e regista. Soprattutto libera e anticonformista. Franca Valeri (all’anagrafe Franca Maria Norsa) che si è spenta alle 7:40 di oggi nella sua casa di Roma, circondata dall’affetto della famiglia. Era nata a Milano nel 1920 e aveva appena compiuto 100 anni il 31 luglio, tra tantissime celebrazioni e l’affetto che le è arrivato da tutto il mondo dello spettacolo, ma anche dalla gente comune.

Perché Franca Valeri era sempre amatissima e il grande pubblico l’ha apprezzata negli anni per le sue irresistibili Signora Cecioni, Signorina Snob e Cesira la manicure. Tutte donne di fantasia che più che caricature erano veri e propri dipinti di donne reali, per raccontare uno spaccato di vita tra passato e futuro. Franca Valeri nel 2010 aveva pubblicato l’autobiografia “Bugiarda no, reticente” che ben racconta il suo essere. Del resto, era una frase che la madre le ripeteva spesso. Lei diceva della sua vita: “A vent’anni era affondare il fascismo, a trenta avere in pugno il teatro, a quaranta tutto, a cinquanta occhiali e quasi tutto, e… eccomi”. Nella sua lunga vita la Valeri ha attraversato le leggi razziali, la guerra, il cambiamento di vita per il lavoro da Milano a Roma, dopo gli inizi in Francia, con il Teatro dei Gobbi.

La Valeri amava l’applauso, il teatro, il cinema e anche il successo. “Ero una gigiona, l’applauso mi appagava completamente – ha confessato in una intervista a Io Donna, rilasciata lo scorso anno – Una specie di estasi. No, non mi sono mai chiesta le ragioni psicoanalitiche. Si trattava di un dato di fatto. Avevo un’attitudine alla gioia: sapevo cogliere gli attimi (la felicità è latente, sta negli attimi). E sapevo di chi circondarmi, chi mi andava a genio. All’inizio l’amore era al primo posto poi è stato declassato dopo un anno o due, appena ho iniziato a ottenere riconoscimenti. Mi hanno parecchio distratto”.

E in effetti il successo arriva all’istante se si pensa a ‘Il vedovo’ (1959) con Alberto Sordi, ‘Crimen’ di Camerini (1960) nello stesso anno brilla al Teatro Piccolo di Milano con “Maria Brasca” di Testori. Ma soprattutto, arriva la popolarità con i personaggi in tv e in radio.

In molti hanno dedicato volumi sulla sua vita. Non ultimo, proprio in occasione del suo 100esimo compleanno, è uscito “Viva la Franca – Il secolo lieve della Signorina Snob” (edizioni Graphe.it) dell’autore televisivo, giornalista e scrittore Aldo Dalla Vecchia. “Per scriverlo mi sono riletto tutti i suoi libri, rivisto i suoi film, gli spettacoli televisivi e i Caroselli, ascoltato gli sketch alla radio. E mi sono divertito fino alle lacrime per la sua modernità, esattezza, implacabilità – racconta Dalla Vecchia a Ilfattoquotidiano.it – Il suo primo libro, ‘Il Diario della Signorina Snob’, uscito nel 1951, è modernissimo per tematiche, linguaggio, comicità. I suoi film, come ‘Il segno di Venere’, ‘Piccola posta’, ‘Il vedovo’, ‘Parigi o cara’, sono sempre godibilissimi, e ci mostrano appieno la sua arte. A 94 anni, è andata in scena con ‘Il cambio dei cavalli’ a Spoleto.

Geniale anche nei saluti. Quando morì Alberto Sordi, lei pubblicò il seguente necrologio: ‘Ciao Cretinetti. Franca Valeri, Milano’. Con Franca Valeri se ne va un genio assoluto del mondo dello spettacolo, forse la più grande per talento e poliedricità. La sua arte immortale ci accompagnerà per sempre”.