Scuola

“Non abbiamo uno straccio di linee guida per riaprire”: allarme di nidi e scuole d’infanzia private. Il governo riunisce esperti e enti locali

I gestori: "Noi dimenticati dall'esecutivo". A scatenare malumori sono le troppe incognite che permangono: nessuno sa quando si comincerà, quanti bambini potranno essere accolti e per quante ore. Il ministero: "Entro fine mese spero che si arrivi alle direttive"

“Siamo stati dimenticati dal Governo. Siamo alla fine di luglio e ancora non abbiamo uno straccio di linee guida per capire come riaprire i nostri nidi”. A lanciare l’allarme sono i gestori degli asili e delle scuole dell’infanzia private. Un problema condiviso dai Comuni che in molti casi stanno rinviando l’apertura. A scatenare malumori sono le troppe incognite che permangono: nessuno sa quando si comincerà, quanti bambini potranno essere accolti e per quante ore.

Le uniche ipotesi si basano sulle linee guida elaborate per i centri estivi, che prevedono la presenza di un adulto ogni cinque bambini in età da nido o scuola dell’infanzia (uno a uno in caso di minori con disabilità) perché il documento con le linee guida per la scuola rilasciato a fine giugno dal Ministero fa pochi cenni alla scuola dell’infanzia (3-6 anni) e nessuno ai nidi (0-3 anni), che sono di competenza degli enti territoriali.

La scorsa settimana la viceministra Anna Ascani ha incontrato in videoconferenza ha incontrato i rappresentanti dei nidi e annunciato una bozza di documento, elaborato a livello “inter istituzionale”, che verrà sottoposta alla valutazione del Comitato tecnico scientifico: “Lunedì – spiega la Ascani al Fattoquotidiano.it – ci sarà un tavolo tra il ministero dell’Istruzione, del Lavoro e della Famiglia, della Salute con Regioni e Comuni per chiudere il documento che verrà inviato al Cts. Spero che entro fine mese potremo consegnare agli interessati le linee guida”.

Troppo tardi secondo Assonidi: “Senza linee guida chiare è assolutamente impossibile effettuare una programmazione per l’anno educativo/scolastico che comincerà a settembre – spiega il direttore Paolo Uniti -. I gestori, ad oggi, si trovano nell’impossibilità di fornire risposte chiare alle famiglie, non sapendo nemmeno quanti bambini potranno ospitare nelle strutture e con quali modalità”.

Alle parole di Uniti si aggiungono quelle della presidente Federica Ortalli: “La prossima settimana avremo un tavolo in Regione Lombardia dove verranno messe nero su bianco le indicazioni per la riapertura dello 0-6. Queste settimane sono fondamentali per la ripresa delle nostre attività. Dopo oltre quattro mesi di lockdown abbiamo la necessità di programmare le attività didattiche ed educative, confermare le iscrizioni, concordare le modalità e le tempistiche di inserimento dei bambini più piccoli e disporre le turnazioni del personale dipendente. Molti dei nostri servizi, ad esempio, sono soliti riaprire con anticipo rispetto al calendario scolastico ministeriale, sia per agevolare il rientro al lavoro dei genitori, sia per favorire un rientro graduale dei bambini. Al momento non sappiamo se questo sarà possibile”. I problemi da mettere sul piatto non sono pochi: dall’uso dei dispositivi di sicurezza, al triage d’accoglienza, all’organizzazione delle attività in piccoli gruppi.

Ad unirsi alla voce di Assonidi è il comitato “EduChiAmo” che raggruppa centinaia di nidi di tutt’Italia: “Le linee guida per l’apertura di settembre non sono ancora uscite e nel frattempo apprendiamo, ne abbiamo le prove, di Comuni che mandano lettere ai gestori privati dicendo che non è affatto certo che a settembre si possa riaprire e quindi non vanno illuse le famiglie. Nel contempo in Regione Marche i controlli a tappeto investono i centri estivi: non solo Asl ma pure Ispettorato del lavoro, Carabinieri Guardia di Finanza. Il nostro Comitato sta continuando a insistere perché dal viceministro Anna Ascani arrivi un annuncio chiaro ai Presidenti di Regione. Così proprio non è pensabile andare avanti, per nessuno”.

Intanto il dipartimento Scuola Roma Capitale ha mandato la seguente mail ai genitori dei bambini ammessi ai nidi comunali: “Si informa che, a causa dell’incertezza dovuta all’emergenza Covid 19, i tempi e le modalità di inizio della frequenza saranno definiti alla luce dei provvedimenti che saranno assunti dagli organi competenti e tempestivamente comunicati alle famiglie”.

A Milano invece, il sindaco Beppe Sala in un video su Facebook, ha rassicurato i genitori sul fatto che una soluzione verrà trovata alle tre mila richieste d’iscrizione e ha puntato il dito contro i ritardi e la vaghezza delle indicazioni del Governo centrale. E a Ferrara l’assessore all’Istruzione del Comune Dorota Kusiak lo scorso 20 luglio ha organizzato con i rappresentanti di Legacoop e Confcooperative e le parti sindacali, un incontro operativo per impostare un progetto di ripartenza per asili nido e scuole di infanzia a settembre. e al termine ha dichiarato “Nonostante le mancanze da parte della Regione qui a Ferrara siamo già al lavoro per garantire alle famiglie i servizi per l’infanzia per il mese di settembre. Anche in assenza di linee guida chiare e senza indicazioni precise, riteniamo, necessario un intervento da parte della Regione per sostenere le amministrazioni come la nostra che sono già al lavoro su uno dei temi principali per la città”.