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Coronavirus: Catalogna chiude discoteche, locali notturni e pub. Francia: “Non andateci”. Norvegia e Uk: ‘Isolamento per chi viene da Spagna’

Nella regione di Barcellona - dove i ricoveri per Covid sono 50 al giorno - da mezzanotte chiuderanno anche casinò, sale giochi, bar e ristoranti. Il Belgio impone test e isolamento per chi va a Huesca (Aragona) e Lleida (Catalogna) e sconsiglia viaggi in varie aree

Negli ultimi giorni la Spagna ha ricominciato a registrare oltre 900 contagi, con una situazione sempre più preoccupante in Aragona, Catalogna e Madrid. In sostanza l’aumento, scrive El Pais, riguarda almeno 30 delle 52 province spagnole. E proprio nella regione di Barcellona le autorità hanno deciso provvedimenti drastici per tentare di contenere una probabile seconda ondata che nei giorni scorsi ha portato al lockdown di otto comuni: da oggi per 15 giorni saranno chiusi discoteche, locali notturni. Ma al di là dei provvedimenti regionali, anche altri Paesi mettono in guardia i loro cittadini dalla situazione in Spagna. Il premier francese Jean Castex ha raccomandato ai concittadini di non andare in Catalogna, mentre la Norvegia ha imposto una quarantena di 10 giorni per chi arriva dalla Spagna. Stessa scelta per il Regno Unito, che ha deciso 14 giorni di quarantena mentre chi è rientrato negli ultimi giorni sarà sottoposto al test per il Covid-19. Il Belgio invece vieta ai suoi cittadini di recarsi a Huesca, in Aragona. Un veto che finora era limitato a Lleida. Chi proviene da queste due città dovrà fare il test e sottoporsi a isolamento. Sconsigliati anche i viaggi in Aragona, Catalogna, Paesi Baschi, Navarra, La Rioja ed Estremadura.

Pub e discoteche chiusi in Catalogna – Una misura a cui si aggiunge quella stabilita dalla Generalitat di ridurre le ore dei casinò e delle sale giochi, che da oggi rimarranno aperti solo fino a mezzanotte. Alla stessa ora chiuderanno anche i bar ed i ristoranti nei comuni in cui le misure restrittive sono già in vigore, come a Barcellona. “La logica è limitare la mobilità e abbiamo già insistito sul fatto che, in alcuni spazi, è più difficile mantenere misure precauzionali. La situazione in Catalogna è complicata e abbiamo poche opportunità e poco tempo per agire”, ha spiegato il segretario alla Sanità, Josep Maria Argimon. Le autorità regionali hanno inoltre riferito di una media di 50 ricoveri al giorno di pazienti affetti dal coronavirus, sottolineando che il dato è dieci volte superiore a quello fornito dal ministero della Sanità spagnolo.

La discrepanza sui dati dei ricoveri – Come riferisce il quotidiano El Pais, nella scorsa settimana si sono registrati oltre 300 ricoveri in Catalogna per Covid-19, mentre per le autorità di Madrid sono stati solo 26. La discrepanza, spiega El Pais, deriva dal fatto che i dati raccolti dal ministero provengono attraverso il sistema di sorveglianza epidemiologica (SiViEs), una piattaforma che raccoglie individualmente i positivi, la data di insorgenza dei sintomi, i ricoveri ospedalieri o i decessi. La Catalogna non aggiorna questo database in tempo, ma il ministero continua a pubblicare le informazioni anche se incomplete. Il risultato è che viene offerta una visione della situazione che non corrisponde alla realtà, come evidenziato dai dati più recenti pubblicati dall’Agenzia catalana di valutazione della salute.