Cronaca

Trans uccisa a Milano con 50 coltellate, fermato il sospetto assassino. È accusato di omicidio e strage

Un uomo è stato fermato alle prime luci dell'alba nel capoluogo meneghino. Tra le accuse a suo carico anche quella di aver aperto il gas nel tentativo di provocare un'esplosione che avrebbe cancellato le prove del delitto

Il 20 luglio Emaniuel Alves Rabacchi, transessuale di 48 anni, era stata ritrovata morta nella sua abitazione con i segni di oltre 50 coltellate sul suo corpo. Oggi, a quattro giorni di distanza, un uomo è stato fermato alle prime ore della mattina a Milano con l’accusa di essere colui che ha scatenato la sua violenza omicida contro la 48enne: oltre 80 coltellate. Oltre che di omicidio, l’uomo è anche accusato di strage per aver lasciato aperto il gas della cucina della vittima, nel tentativo di provocare un’esplosione che potesse cancellare le prove del delitto. È proprio a causa dell’odore che si era diffuso in tutto il palazzo che i vicini avevano lanciato l’allarme, contattando le forze dell’ordine. Ma arrivati sul posto, i Vigili del Fuoco si sono trovati davanti la scena del delitto.

Secondo gli inquirenti il presunto assassino era un cliente abituale. Ad incastrare l’uomo, un italiano di 42 anni, sono state le immagini delle telecamere che si trovano fuori da casa della vittima, che lo hanno ripreso quando è entrato nell’appartamento della transessuale e poi una seconda volta quando è tornato dopo meno di un’ora sul luogo del delitto. Le immagini delle telecamere hanno ripreso anche la targa dell’auto dell’uomo che è servita per trovarlo. A riconoscere il fermato e ad identificarlo come cliente abituale della vittima sono state anche alcune sue amiche e colleghe. Il quarantaduenne, che aveva solo un precedente per guida in stato di ebbrezza, è stato interrogato davanti al pm ma si è avvalso della facoltà di non rispondere. Nelle perquisizioni a casa dell’uomo fermato è stato trovato il coltello dell’omicidio oltre a un paio di scarpe che sembrano macchiate di sangue, questo sarà poi rivelato dalle analisi. Il movente non è ancora chiaro ma potrebbe essere, secondo quanto emerge dalle indagini, quello di un debito che il fermato aveva nei confronti della vittima.