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Recovery fund, Sassoli preme sui leader: “Senza nuove risorse proprie e difesa dello Stato di diritto il Parlamento Ue non darà il consenso”

Il presidente dell'istituzione che rappresenta i cittadini europei avverte: "Occorrono subito nuove risorse proprie e una efficace difesa dei principi dello stato di diritto. Inoltre abbiamo più volte chiesto la soppressione dei rebates", gli sconti di cui godono i Paesi nordici, che sono però un punto cruciale della trattativa a Bruxelles

Il convitato di pietra al tavolo delle trattative dei 27 leader europei sul Recovery fund si fa sentire. Il Parlamento europeo, istituzione che rappresenta i cittadini dell’Unione, non è disposto ad appoggiare un’intesa poco ambiziosa. Il presidente David Sassoli, in attesa della nuova plenaria che si riunirà alle 16, ha avvertito che l’emiciclo “non darà il proprio consenso” a uno schema di bilancio pluriennale se non saranno rispettate le “condizioni più volte chieste”. In particolare “occorrono subito nuove risorse proprie e una efficace difesa dei principi dello stato di diritto. Inoltre, il Parlamento ha più volte chiesto la soppressione dei rebates“, gli sconti di cui godono i Paesi nordici, che sono però un punto cruciale della trattativa.

“Il Parlamento Ue ha indicato le proprie priorità e si aspetta che vengano rispettate”, ha aggiunto. “Dopo giorni di discussioni, gli europei si aspettano una conclusione all’altezza di questa fase storica. Siamo preoccupati per un futuro che mortifichi la solidarietà europea e il metodo comunitario“. Insomma: gli eurodeputati, chiamati a votare il Quadro finanziario pluriennale, secondo Sassoli non lo approveranno.

“Il Quadro finanziario pluriennale deve assicurare nel medio periodo la copertura adeguata delle principali sfide europee, come il Green Deal europeo, la digitalizzazione, la resilienza e la lotta alle disuguaglianze“, prosegue Sassoli, precisando che “il Covid 19 non si è esaurito e ci sono nuovi focolai in Europa. È più che mai necessario agire presto e con coraggio“.