Società

Bella la fibra ultra veloce! Un po’ meno i suoi (dis)servizi

di Roberto Severoni

Che bella cosa la fibra… ad averla, direte voi. Mi è stata portata fino al palo telefonico di casa, ma fino a quel momento il doppino di rame se l’è sempre cavata, magari lentamente ma sempre affidabile. Poi è scoppiata la pandemia, contagiando il doppino maledetto che ha smesso di funzionare da marzo.

Ho cercato di chiamare i tecnici ma il numero speciale che provvede a tutto non ha funzionato per un mese e mezzo. Evidentemente avranno avuto problemi di allaccio nell’organizzare a casa degli operatori il lavoro del call center ubicato in questa bellissima isola italiana dal mare cristallino, e tra me e me penso che non sono il solo ad avere problemi con la linea.

Le tecnologie però offrono molte possibilità e tento di chiamarli, avvertirli, supplicarli con Facebook, Messenger e addirittura con Whatsapp. Quest’ultimo è così evoluto che appena mando la segnalazione lui mi risponde automaticamente. Tutto contento allora gli rispondo anch’io ma mi accorgo di chiacchierare con un cantastorie automatico.

Fortunatamente tra aprile e maggio il telelavoro funziona e dagli operatori ottengo una diagnosi certa. C’è un problema ma non si sa quale sia. E grazie, dico io, ci vuole forse una visita a domicilio per capire che fine ha fatto il segnale digitale bricconcello. Comunico la mia disapprovazione con la Pec e per una settimana si perdono pure quella in chissà quale polveroso file. Intanto per fare fronte all’attività di insegnamento ci si ingegna con i cellulari. Benedetti loro. Gli studenti non sono stati abbandonati.

Basta: cambio gestore, il valore della fedeltà è rotto, viva l’infedeltà. Mi rivolgo a quello che ha dato il telefono a tutti, quello che ha coperto tutto il territorio nazionale, quello più veloce e che ha i tecnici sempre a disposizione. Firmo due contratti per essere sicuro. Infatti il primo viene subito annullato. Che previdente che sono, oggi è il 10 giugno, per fine agosto, quando riapriranno le scuole, avrò l’agognata linea digitale ultra veloce. Che fortunati i miei alunni, gli potrò inviare PowerPoint zoommati in moduli Google e nell’attesa mi scaricherò tutte le stagioni della mia serie preferita.

Lo zampino del Diavolo però mi interrompe da questi sogni. Il tecnico sempre disponibile non mi chiama. Almeno adesso posso parlare con un essere umano in carne ed ossa, ma il risultato non cambia. La procedura di allaccio è ferma per motivi coperti da segreto di Stato. Però, forse e dico forse, mi si comunica che se dismetto il mio vecchio affezionato e fedele, lui sì, numero telefonico, e ne adotto uno nuovo, saranno solertissimi e infallibili. Che vi ha fatto di male il mio numero telefonico?

Ora che è il 17 luglio mi comincio un po’ a preoccupare. Le aziende che garantiscono un servizio a velocità della luce mi comunicano il loro (dis)servizio a velocità di pellegrinaggio fatto in ginocchio. Ah dimenticavo, avevo chiesto l’intervento del santo protettore di tutti i consumatori. L’ufficio era chiuso ma almeno mi hanno risposto.

Ci vogliono 45 giorni per un responso per la prima compagnia, la seconda lasciamola in pace che sta lavorando(!!!???). Totale 35 euro. Ah ok dico io. Fammici pensare. Fra due settimane, se la situazione non si sblocca, penso di indire gli stati generali, mentre nazionalizzo il colpevole gestore, tiè. Stay tuned (ci provo da sei mesi, tengo duro finché mi regge il cellulare).

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