Ambiente & Veleni

Orsa JJ4 in Trentino, ministro Costa se c’è batta un colpo (non di fucile)!

Mentre scrivo è in corso la caccia all’orsa, sul monte Peller, in Val di Non. Un’orsa di quattordici anni, sempre schiva, che non ha mai attaccato nessuno e nemmeno creato danni. Un’orsa che è ora mamma di tre cuccioli, che rimarranno orfani e moriranno, perché troppo piccoli per sopravvivere da soli. Una mamma che si è trovata a diretto contatto con due cacciatori in perlustrazione.

Però, mercoledì 8 luglio a Trento, si è svolta una manifestazione pacifica, proprio sotto la finestra del presidente Maurizio Fugatti, autore dell’ordinanza di abbattimento dell’orsa. La manifestazione è stata organizzata da alcune associazioni (Oipa Italia, Amici Della Terra, Animal Pride E Mountain Wilderness), proprio con lo scopo di implorare Fugatti a ritirare tale ordinanza. Ma intanto il tempo passa e i forestali sono nei boschi per cacciarla, con l’ordine di ucciderla! Assenti le altre associazioni che non hanno partecipato alla manifestazione per “timore” del Covid (sic!).

Persino il ministro Sergio Costa auspicava il ritiro dell’ordinanza, dicendosi pronto ad impugnare tale provvedimento. Cosa aspetta il ministro? I proiettili viaggiano più veloci della carta, lo sa? Personalmente credo che sia tutta una farsa; si dice che non si vuole l’abbattimento, per non fare la parte di chi avvalla un vero e proprio assassinio di un’orsa madre di cuccioli, ma poi si tergiversa, per non creare contrasti politici con una provincia autonoma.

Molto svilente vedere che l’ambiente e la biodiversità riempiano i programmi elettorali di molti politici, salvo poi rimanere inerti di fronte a provvedimenti gravi come questo. Forza ministro Costa, mi smentisca e batta un colpo, prima di quello del fucile armato dal presidente Fugatti. Fermi subito l’ordinanza, magari prima del ricorso al Tar che le associazioni stanno per fare in questi giorni. Si, perché anche tali ricorsi chiedono tempo di preparazione, ma Oipa e Enpa depositeranno a breve tale documento al Tar – Trentino Alto Adige.

Con il rischio, però, che nel frattempo qualche forestale riesca ad eseguire l’ordine di abbattimento. Tic, tac, il tempo corre e se davvero vuole salvare Gaia – come lei l’ha chiamata – provi davvero a fare ciò che può e dovrebbe fare. Altrimenti avremo un altro orso morto, solo per aver fatto l’orso.