Cronaca

Coronavirus, Zingaretti: “I giovani non sono untori ma vittime di questo momento”. De Luca non si fida: chiude la “movida” dopo le 23

Dopo i video degli assembramenti vicino ai locali, adolescenti e ventenni sono stati accusati di non rispettare le norme di distanziamento sociale. Il segretario Pd prende le loro parti: "Non bisogna criminalizzarli, ma investire su di loro". Il sindaco di Bari lancia un appello ai genitori: "Il controllo del comportamento dei nostri figli non può essere subappaltato alle forze di polizia". Il presidente della Regione Campania: "Questa deve essere l'occasione per cancellare l'abitudine a rincretinirsi"

“Le principali vittime del coronavirus sono i giovani“. Il segretario del Partito democratico Nicola Zingaretti ha difeso adolescenti e ventenni, accusati di approfittare della Fase 2 e non rispettare veramente le norme di distanziamento sociale. Accuse nate dai video che hanno mostrato gli assembramenti durante l’ora dell’aperitivo sui Navigli, a Milano, così come situazioni simili che si sono verificate in molte altre città. “Non bisogna criminalizzarli – ha aggiunto Zingaretti – perché non sono gli untori”. Allo stesso tempo, però, il segretario Pd ha riconosciuto la necessità di essere responsabili, “come tutti”. Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha invece messo le mani avanti e imposto lo stop alla “movida” dopo le 23.

Hanno pagato il prezzo sulla formazione, sul lavoro e lo pagheranno anche sul debito pubblico. Ragazzi e ragazze, quindi, “non sono il problema“, scrive su Facebook Zingaretti. Che suggerisce, invece, di investire su di loro “perché è giusto e perché dobbiamo combattere per il loro futuro“, visto che i giovani sono una “risorsa immensa della rinascita italiana“. Si accoda al suo pensiero, anche il sindaco di Bari, Antonio Decaro, che ritiene più efficace responsabilizzare che colpevolizzare i giovani. “Ricordiamoci sempre – ha sottolineato Decaro – che gli stessi ragazzi nei mesi di lockdown sono stati chiusi in casa senza trasgredire le regole e senza lamentarsi. Ora dobbiamo fare insieme un percorso, per cui dobbiamo tutti capire che non è vietato uscire di casa, incontrare amici o trascorrere qualche ora insieme, ma dobbiamo farlo in maniera sicura, proteggendo noi stessi e gli altri da questo maledetto virus”. L’appello, quindi, il sindaco lo ha lanciato ai genitori: “Il controllo del comportamento dei nostri figli non può essere subappaltato alle forze di polizia non appena questi mettono piede fuori casa. Siamo tutti chiamati a darci una mano perché i nostri figli siano al sicuro e pian piano tutti possiamo venire fuori da questa situazione”. Decaro per altro è stato uno dei sindaci più severi nel chiedere il rispetto delle restrizioni e ha minacciato disposizioni contro gli assembramenti vicino ai locali.

Chi ha deciso di prendere subito provvedimenti è invece il presidente della Regione Campania che ha chiuso tutti i locali teatro della “movida”, dopo le 23, per ridurre il rischio di assembramenti. Questa deve essere l’occasione per “cancellare l’abitudine a rincretinirsi”, ha detto De Luca nel corso della consueta diretta Facebook. L’epidemia, infatti, secondo il governatore, ha dato la possibilità di avere “di sera meno droga, meno pasticche, e per smettere con l’uso di superalcolici che mandavano in coma etilico decine di ragazzi, anche di 13 anni”. Il ritorno alla normalità non significa tornare a fare quello che facevamo prima, ha ricordato De Luca: “Dobbiamo spiegarlo ai giovani”. E ha aggiunto: “Negli ultimi anni sono andati crescendo comportamenti irragionevoli e questi fenomeni hanno avuto una dimensione impressionante anche per comportamenti irresponsabili dei gestori dei bar che, pur di guadagnare 10 euro in più, non hanno esitato a rovinare la vita dei giovani“.