Mafie

Coronavirus, nuova udienza per il boss Zagaria. Il “nuovo” Dap ha trovato posto nell’ospedale

Il giudice del Tribunale di Sorveglianza di Sassari aveva disposto gli arresti domiciliari perché il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria non aveva risposto alla richiesta di indicare una struttura dove il camorrista potesse ricevere le cure per la sua patologia. L'udienza per il riesame della decisione avviene in virtù del decreto legge contro le scarcerazioni dei boss

Il 24 aprile scorso il Fattoquotidiano.it aveva rivelato che la mente economica del clan dei Casalesi, Pasquale Zagaria, aveva chiesto e ottenuto gli arresti domiciliari per motivi di salute e in relazione al rischio Covid. E che il giudice del Tribunale di Sorveglianza di Sassari lo aveva fatto perché il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria non aveva risposto alla richiesta del giudice di indicare una struttura dove il camorrista potesse ricevere le cure per la sua patologia. Adesso quella decisione verrà rivalutata il prossimo 22 maggio perché un posto per Zagaria è stato trovato. La nuova udienza, come scrivono Corriere e Repubblica, è stata fissata all’indomani dell’entrata in vigore del decreto-legge che impone, entro quindici giorni, il riesame dei provvedimenti presi “per motivi connessi all’emergenza sanitaria da Covid-19”. Un provvedimento fortemente voluto dal ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, che nei giorni scorsi ha anche scelto le nuove guide del Dipartimento nominando direttore Nino Petralia e come vice Roberto Tartaglia, due magistrati antimafia. Che hanno preso servizio in questi giorni.

Al giudice è arrivata la comunicazione del Dap con cui si informa che c’è un posto presso il reparto di Medicina protetta — Malattie infettive del Presidio ospedaliero Belcolle di Viterbo. La ricerca di una soluzione alternativa ai domiciliari per Zagaria è ciò che il giudice di Sassari aveva chiesto il 9 aprile scorso al Dap, senza ricevere risposta. E forse per questo il provvedimento del giudice era redatto in otto pagine. Le polemiche e le dichiarazioni bipartisan, seguite alla scarcerazione del condannato, avevano innescato le dimissioni del capo del Dap Francesco Basentini.

Pasquale Zagaria, detto Bin Laden, nato a San Cipriano d’Aversa il 5 gennaio del 1960, era in carcere dal 2007. Per gli inquirenti è l’uomo che nei primi anni 2000 trasferì il centro finanziario del clan a Parma, dopo aver rilevato la società del suocero. È in questo modo che il feroce clan di Casal di Principe riuscì a infiltrarsi in una serie di appalti pubblici miliardari. Condannato più volte, Zagaria è in carcere dal 2007 e doveva rimanerci fino al 2027, ma lo scorso anno ha ottenuto uno sconto di 210 giorni, perché durante la detenzione in alcuni penitenziari (diversi da quello sardo) ha subito un “trattamento inumano e degradante”. Il suo fine pena è attualmente fissato nel luglio del 2025, ma da questo termine deve essere detratta un’ulteriore porzione di pena, visto nel marzo scorso la Cassazione gli ha riconosciuto il cosiddetto vincolo della continuazione, stabilendo in vent’anni il totale delle condanne da scontare.