Cronaca

Coronavirus, sedie vuote davanti all’Arco della Pace di Milano: la protesta di commercianti e ristoratori. Interviene la polizia e li multa

I titolari di ristoranti, bar e pub di Milano hanno manifestato questa mattina, mercoledì 6 aprile, davanti all’Arco della Pace a Milano. Simbolo della protesta le sedie dei loro locali che “rimarranno vuote visiti i rischi che stiamo correndo” e cartelli emblematici “Io non apro” oppure “Se apriamo falliamo”. I titolari chiedono certezze sulle norme per poter riaprire in sicurezza e sul sostegno economico. Il rischio è quello di riaprire per poi restare senza clienti. “Abbiamo incassi ridotti del 70% e rischiamo di non riaprire più – ha detto il ristoratore Alfredo Zini che fa da portavoce alla protesta – Non basta dire che alla riapertura dovremo usare il plexiglas per dividere i tavoli, vogliamo regole chiare perché viviamo di convivialità”. Circa una cinquantina i commercianti in piazza, in rappresentanza di 2000 attività. Molti bar e ristoranti a Milano sono ripartiti con il delivery o l’asporto “ma sono soprattutto imprese familiari che non hanno dipendenti da pagare – ha aggiunto Zini- Con quei ricavi un’azienda non può fare stare in piedi un’azienda e con un cliente alla volta. Così possiamo pagare qualche utenza mensile o qualcuno paga la cassa integrazione ai dipendenti, visto che ancora non è arrivata”. La manifestazione è stata interrotta dalla Polizia, che ha multato i partecipanti per aver violato il divieto di assembramento. La sanzione è stata di 400 euro. “Un intervento inevitabile” ha spiegato la Questura, che ha precisato come i promotori della manifestazione avessero già chiamato ieri, per preavvisare l’iniziativa, e fossero stati messi sull’avviso del fatto che sarebbero stati multati. Tra gli agenti c’è rammarico per l’accaduto, ma “la legge è legge” e il divieto di assembramento “vale per tutti“. Il numero crescente, dai 5 che si sono trovati intorno alle 8, agli oltre 20 della mattinata, e il numero di ore in cui si è protratta l’iniziativa, avrebbero aggravato le cose, e alla fine è scattata l’identificazione e la multa. Il sindaco Giuseppe Sala ha fatto sapere di aver contattato il prefetto e di aver chiesto di incontrare una loro delegazione al più presto