Motori 2.0

Immuni, in auto le app di tracciamento ci sono già ma per la privacy nessuno si allarma

di Carblogger

In tv fa tendenza: ma tu scaricherai sullo smarphone la app Immuni? Sei giornalista, sei baluardo della democrazia, che dici no? Ma sì, rispondono tutti. L’app Immuni è quella scelta dal governo con cui tracciare nella prossima fase 2 i movimenti delle persone e capire come e dove intervenire per ridurre l’impatto del virus che ancora circolerà fra noi.

Molti dicono che l’app Immuni mette a rischio la privacy di chi, scaricandola, ha scelto in primis il bene comune. Ma nell’industria dell’auto le applicazioni che entrano nelle nostre vite già ci sono e sempre più ci saranno. Il problema che tutte pongono è comune: i confini della privacy. La differenza è che al volante non sento grida d’allarme.

Il tema riguarda molto la mobilità. Per esempio: Google da un po’ mi manda la mappa dei posti nuovi dove sono stato nel mese precedente, e non glielo ho mai chiesto. L’altro giorno mi veniva quasi da piangere: l’ultimo “viaggio” prima del “lockdown” è stato in una cannoleria siciliana anche senza glutine. Dietro casa.

App Immuni? Senza più o meno saperlo, abbiamo nel telefono quella che gli informatici chiamano backdoor, uno spioncino non autorizzato.

Da tempo compro smartphone cinesi, annunciando ogni volta che entro in una redazione popolata di iPhone “preferisco essere spiato dai cinesi che dagli americani!”. Però un giorno non faccio in tempo a settare il nuovo telefono che il presidente dell’Agcom Marcello Cardani va a Montecitorio e in una audizione dice: “Dobbiamo solo scegliere se essere spiati dagli americani o dai cinesi”. E’ la backdoor, bellezza: gli americani accusano i cinesi di Huawei di utilizzarla ma loro lo hanno già fatto, come ha raccontato l’ex spia della Cia Edward Snowden.

Per quanto riguarda le nuove automobili, l’intelligenza artificiale ci sta aiutando a renderle più sicure intervenendo per esempio sulla frenata in modo automatico in caso di pericolo. Molto bene. Poi però succede che diciamo “Hey” e il nome del marchio (a ciascuno il suo, nessuna originalità) e l’algoritmo per esempio ci indirizza a un ristorante. Anzi “al” ristorante: perché il sistema ha già tracciato perfino i nostri gusti in fatto di cibo, e suggerisce (chi?). Stessa cosa se dobbiamo fare la spesa e siamo nei dintorni di un supermercato e via di seguito. Si chiama anche l’anima dell’e-commerce.

Come per app Immuni, sono masse crescenti di nostri dati a finire in qualche cloud. In mano pubblica (pare) nel primo caso, in mano privata (sicuro) nel secondo.

Ne parlo con un amico manager dell’auto che discetta di Hegel e molto altro e planiamo preoccupati su un punto: il Novecento è stato il secolo della conquista delle libertà individuali e di tanti altri diritti. Il secolo breve, nella definizione di Eric Hobsbawm. E se questo fosse il secolo lungo in cui rischiamo di perdere molto di quel che ci eravamo guadagnati?

@carblogger_it