Mondo

Fase 2, anche i terroristi potrebbero approfittare dell’allentamento delle misure

Mentre molti Stati europei, compresa l’Italia, si preparano alla Fase 2, tra molte incertezze c’è chi ha le idee molto chiare. Si tratta delle principali organizzazioni terroristiche jihadiste che hanno approfittato di questo periodo di quarantena forzata per radicalizzare il maggior numero di adepti.

Dallo scoppio della pandemia si è notata una forte crescita del traffico internet verso siti e canali social utilizzati dalle organizzazioni terroristiche, costringendo molte persone a utilizzare più del normale gli strumenti digitali. Dal 1 aprile 2020 c’è stato un totale di 229 contenuti tra foto, pubblicazioni, video e messaggi audio su Covid-19 rilasciati da gruppi terroristici in tutto il mondo. L’Afghanistan è di gran lunga in testa. Rappresenta il 61% (140) di questi messaggi.

La prima comunicazione ufficiale di un gruppo terroristico su Covid-19 identificata da IntelCenter è stata il 23 gennaio 2020 da Hayat Tahrir al-Sham (HTS). Il terrorismo attuale, quello moderno e decentralizzato, si serve dei tanti aggressori solitari e di una intensa propaganda online. Al-Qaeda ritiene che sia il momento di diffondere l’Aqidah, il credo corretto, invogliando la gente al jihad sulla via di Allah e a ribellarsi agli oppressori. In particolare i loro alleati talebani hanno dichiarato che il virus è “un decreto di Allah”.

Oggi navigando in rete è possibile imbattersi su siti come savesouls.net dove si legge che: “questa epidemia-Covid-19 qualunque sia stata la causa, è iniziata per volontà di Allah. Se Allah non lo avesse permesso, non si sarebbe verificata. Questa epidemia si è verificata a causa di misfatti della gente, disobbedendo agli ordini di Allah”.

Ad oggi le attività delle principali organizzazioni jihadiste sono concentrate in Africa e Medio Oriente. Lago Ciad e Sahel occidentale sono le aree maggiormente colpite da attacchi ed azioni terroristiche, soprattutto nei confronti dei soldati degli eserciti che si affacciano su quest’area del continente nero. Gli occhi sono puntati soprattutto su Boko Haram, il gruppo dal 2015 affiliato all’Isis operante soprattutto in Nigeria. Ma negli ultimi mesi una sua costola, conosciuta come Iswap (ossia Stato Islamico nell’Africa Occidentale), appare sempre più attiva sul territorio.

C’è poi un altro fronte che riguarda il corno d’Africa e, in particolar modo, la Somalia. Qui ad agire maggiormente sono i miliziani di Al Shabaab, formalmente uniti ad Al Qaeda. Situazione pericolosa anche in Mozambico, dove le locali cellule affiliate all’Isis appaiono sempre più attive.

Per la fase 2 si pensa di favorire maggiormente attività all’aperto per evitare contagio da Covid-19. Tutto ciò faciliterebbe una azione terroristica. Queste notizie arrivano direttamente dal Dipartimento di Stato americano. La pandemia ha avuto giustamente la sua priorità però nel momento in cui si va a riaprire, soprattutto nelle grandi città, occhio agli standard di sicurezza.

Un articolo nel secondo numero di The Voice of Hind, una rivista pubblicata e distribuita online dai sostenitori dell’Isis in India sottolinea di come “i militari e la polizia sono stati dispiegati nelle strade e nei vicoli, rendendoli così un bersaglio facile” e i jihadisti dovrebbero “utilizzare questa opportunità per colpirli con una spada o un coltello e riempire le strade del loro sangue”. Su diversi siti propagandistici c’è un incoraggiamento alla violenza e a usare la situazione pandemica in corso come scusa per diffondere l’odio.

I fattori di stress causati dalla pandemia possono contribuire alla decisione di un individuo di commettere un attacco. L’Isis attraverso la newsletter di al-Naba fa riferimento a nuovi possibili attacchi in Occidente vedi Parigi, Londra, Bruxelles visto che l’apparato di sicurezza è concentrato su altro allentando gli sforzi nella lotta al terrorismo. In Medio Oriente, in particolare in Iraq, l’Isis potrebbe risorgere sostenuto da alcune forze di sicurezza ma soprattutto dai detenuti pronti ad uscire dalle carceri super affollate. L’Iraq è ben consapevole del potenziale dell’Isis.

Come se non bastasse le organizzazioni terroristiche stanno guardando al bioterrorismo mostrando una notevole curiosità e raccogliendo utili suggerimenti.