Cronaca

Coronavirus, De Micheli: “Stando al decreto non ci si può spostare nelle seconde case”

La ministra dei Trasporti, ospite a La vita in diretta, chiarisce uno dei maggiori dubbi interpretativi del nuovo dpcm, dove il divieto è sparito. Ma evidenzia che "qualche governatore sta ipotizzando" di consentire lo spostamento se all'interno della Regione, come ha già fatto Zaia in Veneto

“Nell’ambito di questo dpcm non è possibile raggiungere le seconde case“. Il primo chiarimento su uno dei principali dubbi interpretativi del nuovo decreto firmato dal premier Giuseppe Conte arriva dalla ministra delle infrastrutture e trasporti, Paola De Micheli, ospite a La vita in diretta. Nel testo, infatti, è sparito il divieto di spostarsi nelle seconde case. Per la ministra però resta il fatto che “non si possono raggiungere, tranne mi sembra di aver capito ci sia qualche presidente di Regione che lo sta ipotizzando”. La nuova ordinanza del presidente del Veneto Luca Zaia consente infatti lo spostamento individuale su tutto il territorio regionale per recarsi alle seconde case di proprietà.

Il Dpcm del 10 aprile – che consolidava il lockdown – metteva nero su bianco: “Resta vietato ogni spostamento verso abitazioni diverse da quella principale comprese le seconde case utilizzate per vacanza”. Nel decreto del 10 aprile, inoltre, veniva confermato il divieto di rientro nella propria residenza o domicilio. Il “no” alle seconde case, nel Dpcm del 26 aprile, non c’è. Nel testo si esclude qualsiasi spostamento tra Regioni diverse, se non per esigenze lavorative, motivi di assoluta urgenza o comprovate ragioni di salute o in caso di rientro alla proprio residenza/domicilio. All’interno di una Regione, invece, si fa cenno solo a spostamenti mirati ad incontrare “congiunti”, ma nulla più.

Fino al chiarimento della ministra De Micheli, quindi, restava il dubbio se fosse permesso, o meno, raggiungere una seconda casa all’interno della stessa Regione. Una decisione che probabilmente spetterà alla fine ai singoli governatori. Anche l’Uncem, l’Unione delle comunità e dei comuni montani, chiede “chiarimenti in particolare sull’uso delle seconde case. Attendiamo al più presto le circolari interpretative del Viminale per dare risposte”.