Economia

Coronavirus, i civilisti: “Più della metà degli avvocati ha chiesto il bonus di 600 euro”. Pure 353 notai attendono il reddito di ultima istanza

Su 240mila legali, ben 131mila hanno chiesto di accedere al contributo previsto dal Cura Italia, secondo i calcoli del presidente dei civilisti. "La crisi - dice - colpisce soprattutto i più deboli, e dunque in primo luogo i più giovani". Stessa cosa per i notai, che però nel 2017 - secondo le statistiche del Dipartimento delle Finanze - guadagnavano 293.200 euro all'anno di media

Più della metà degli avvocati italiani ha chiesto il bonus da 600 euro, previsto dal governo per combattere l’emergenza economica legata al coronavirus. E in fila per il “reddito di ultima istanza” ci sono anche più di 300 notai. Bisognosi insospettabili che attendono l’aiuto stanziato dall’esecutivo col decreto Cura Italia. “C’è il fermo totale dell’attività ed è ragionevole prevedere che a breve le conseguenze per la situazione economia della classe forense saranno devastanti”, dice il presidente dell’Unione delle camere civili Antonio De Notaristefani, fornendo le cifre della crisi tra i legali. “Gli avvocati italiani sono 240mila e 131mila hanno chiesto di accedere al reddito di ultima istanza“, cioè ai 600 euro previsti per chi ha entrate sino a 35 mila euro o sino a 50mila e ha subito una contrazione del 33%.

“La crisi colpisce soprattutto i più deboli, e dunque in primo luogo i più giovani. Se studi strutturati dovranno tagliare i costi, i primi purtroppo saranno proprio quelli dei collaboratori”, aggiunge sempre il presidente dei civilisti. Che hanno avanzato alcune proposte al governo, a cominciare dall’estensione di provvidenze già riconosciute ad altre categorie ma non agli avvocati: il credito di imposta per il canone di locazione e la sospensione delle rate di mutuo per per studi professionali. E poi detraibilità per i privati dei compensi pagati agli avvocati, e infine “un sistema equo” nell’assegnazione degli incarichi pubblici giudiziari, da cui oggi i giovani sono “sistematicamente esclusi“.

Attendono il bonus anche i 353 notai che hanno chiesto alla Cassa nazionale del Notariato di accedere ai 600 euro per il mese di marzo. E il numero potrebbe crescere visto che potenziali beneficiari del “reddito di ultima istanza” sono 1.012, cioè più del 20%. La notizia, diffusa dal Sole 24 ore, ha destato ovviamente scalpore. Ma come? Quella del notaio non è da sempre considerata una professione dai lauti guadagni? O davvero anche i notai hanno iniziato a piangere miseria? Non esattamente. Le statistiche del Dipartimento delle Finanze quantificano in 293.200 euro la media dei redditi per il 2017. I notai, dunque, sono di gran lunga i professionisti più ricchi d’Italia. Ma si trattava appunto solo di una media e calcolata su 3.793 notai, mentre già all’epoca erano 4.938. Nel frattempo sono diventati 5.148. “Negli ultimi quattro anni sono entrati in esercizio 856 nuovi notai, di cui 406 nel solo 2019. Sono questi ultimi a chiedere ora il bonus di 600 euro: anzi, le 353 domande non coprono ancora tutta la platea sotto i 35mila euro, anche se c’è tempo fino al 30 aprile”, ha spiegato sempre al Sole il presidente della Cassa notarile, Giambattista Nardone. Insomma anche qui a chiedere il bonus sono soprattutto i giovani: nel 2018 703 notai hanno percepito redditi fino a 35mila euro. Nello stesso anno 309 non hanno superato i 50mila. Sono questi che adesso aspettano l’accredito da 600 euro.