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Coronavirus, Palazzo Chigi: “Mai chieste reti unificate per discorso di Conte. Mes? Premier ha smentito fake news che dividono il Paese”

In attesa della riunione della Vigilanza di martedì, la presidenza del consiglio diffonde una nota per difendere il modus e la linea comunicativa del premier durante la conferenza stampa del 10 aprile: "Mai chiesto che venisse trasmessa a reti unificate. Il premier ha risposto a tutte le domande dei giornalisti, tanto sull'emergenza quanto sul Mes e non ha potuto evitare di smontare le relative fakenews veicolate dall’opposizione". I leader di Lega e Fdi: "Basta insulti, vogliono rissa costante"

Il 10 aprile “non c’è stata alcuna conferenza stampa a reti unificate” del premier. Perché “Palazzo Chigi non ha mai chiesto” di trasmettere l’intervento di Giuseppe Conte su tutti i canali in contemporanea. E infatti l’intervento di venerdì “è stato trasmesso solo da alcuni canali tv e solo per una parte e non interamente”. In ogni caso il presidente del consiglio ha nominato direttamente Matteo Salvini e Giorgia Meloni solo per smentire “vere e proprie fake news“. Tre giorni dopo la conferenza stampa che tanto ha infastidito l’opposizione, Giuseppe Conte conferma tutta la linea dura tenuta nel giorno di venerdì grasso. E con una nota – diffusa nel giorno di Pasquetta – Palazzo Chigi invia un messaggio con un duplice obiettivo: da una parte conferma e rafforza il modus operandi seguito fino a questo punto per la comunicazione del premier; all’altro rivendica la linea comunicativa che lo stesso Conte ha tenuto nel suo discorso del 10 aprile scorso, quando era comparso in conferenza stampa per confermare la proroga delle misure restrittive contro il coronavirus. E se l’obiettivo è duplice, doppio è anche il destinatario della nota di Chigi, in entrambi i casi mai citato: in prima battuta c’è sicuramente la commissione parlamentare di Vigilanza Rai, in seconda il direttore del Tg La7 Enrico Mentana.

Nella sostanza il premier conferma anche le virgole di quello che ha detto – e come lo ha detto – tre giorni fa. Era il day after dell’Eurogruppo e ovviamente a Conte erano state poste domande sui coronabond, sulle trattative di Bruxelles, sul tanto contestato fondo Salva Stati. E il premier aveva risposto: “Il Mes esiste dal 2012, non è stato istituito ieri o attivato la scorsa notte come falsamente e irresponsabilmente è stato dichiarato da Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Questo governo non lavora col favore delle tenebre: guarda in faccia gli italiani e parla con chiarezza”. I leader di Lega e Fdi avevano replicato a stretto giro, paragonando quello di Conte a un “regime sudamericano”, seguiti a ruota da una serie di parlamentari di centrodestra in commissione Vigilanza. Il presidente dell’organo parlamentere Alberto Barachini, di Forza Italia, ha subito scritto una lettera alle reti perché concedessero il prima possibile il diritto di replica alle opposizioni.

L’appuntamento è per martedì alle 16, quando si riunirà l’ufficio di presidenza della Vigilanza. Intanto, però, la presidenza del consiglio non ha fatto finire il ponte festivo per chiarire che “non c’è stata alcuna conferenza stampa a reti unificate. Palazzo Chigi non ha mai chiesto che la conferenza stampa venisse trasmessa a reti unificate; e infatti è stata trasmessa solo da alcuni canali tv e solo per una parte e non interamente”. Quindi, per rafforzare il concetto, da Chigi si ricorda che “tutti gli interventi del presidente del Consiglio si sono sempre svolti secondo le consuete modalità e, in particolare, nella forma di conferenze stampa, salvo qualche rara eccezione”. Una replica alle accuse di uso personalistico dei media, lanciate nei confronti del capo dell’esecutivo.

Come fosse un’arringa difensiva in tribunale, l’ufficio stampa del premier cita i precedenti: “Sin dall’inizio del primo mandato del Presidente Conte, dal giugno 2018, Palazzo Chigi trasmette il segnale audio video in Hd mettendolo a disposizione di tutti e di tutte le reti televisive, le quali liberamente decidono se e cosa mandare in onda sui propri canali. Lo stesso è avvenuto in occasione delle dichiarazioni alla stampa di sabato 21 marzo (per le quali alcuni hanno parlato, del tutto impropriamente, di ‘diretta facebook’) e della conferenza stampa di venerdì 10 aprile (per la quale alcuni, anche qui del tutto impropriamente, hanno parlato di “discorso alla nazione a reti unificate“)”. Pure durante la conferenza stampa incriminata, dunque, sono state seguite le regole di sempre. “Anche questa volta non c’è stata richiesta, da parte della presidenza del Consiglio, di trasmettere un discorso alla nazione a reti unificate. La decisione spetterà – come è sempre stato – sempre e solo ai responsabili delle singole testate”.

La nota di Palazzo Chigi conferma e rilancia non solo il modo ma anche i contenuti della comunicazione di venerdì scorso. Quando, prosegue sempre la nota, Conte ha “illustrato i provvedimenti adottati, ha spiegato e chiarito i fatti più rilevanti e ha risposto a tutte le domande dei giornalisti, tanto sull’emergenza coronavirus quanto sul Mes. Nell’occasione ha smentito vere e proprie fake news che rischiavano di alimentare divisioni nel Paese e di danneggiarlo, compromettendo il senso di comunità, fondamentale soprattutto in questa fase di emergenza”. Ovviamente le fake news sono quelle che sarebbero state diffuse da Salvini e Meloni. Che infatti controreplicano subito: “Conte sa benissimo che utilizzare una conferenza stampa per annunciare la proroga del lockdown per attaccare le opposizione è un atto di bullismo istituzionale. Questo tentativo di Palazzo Chigi di mantenere una rissa costante con le opposizioni è un gioco irresponsabile al quale non ci prestiamo”, dice la leader di Fratelli d’Italia. “Anche a Pasquetta il governo trova il tempo di attaccare Lega, opposizioni e giornalisti, una vera e propria ossessione. Gli Italiani gradirebbero lo stesso impegno del governo nel fornire almeno una mascherina protettiva ad ogni cittadino, invece di chiacchiere”, è il comunicato diffuso dal Carroccio.

Il prossimo round va in onda domani quando, alle 16, si riunisce la commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai. Le opposizioni annunciano battaglia anche contro il presidente Barachini. La nota di Palazzo Chigi però non è rivolta solo a Lega e Fdi. Ad accusare Conte di uso personalistico dei media, infatti, è stato anche Enrico Mentana. “Se avessimo saputo che Conte avrebbe fatto un uso personalistico della conferenza stampa attaccando l’opposizione non l’avremmo mandata in onda quella parte”, ha detto in diretta il direttore del Tg de La7. Ed è a lui che è implicitamente rivolta una parte della nota della presidenza del consiglio. “I responsabili delle singole testate giornalistiche – si legge nella precisazione – sono anche liberi di sostenere la singolare opinione secondo cui il Presidente del Consiglio non dovrebbe smentire fake news e calunnie nel corso di una conferenza stampa rivolta al Paese, né dovrebbe parlare di un tema rilevante e di interesse generale come il Mes”. E qui la nota di Palazzo Chigi usa la prima persona plurale. “Facciamo notare – sottolinea l’ufficio stampa – che Conte non avrebbe potuto evitare di affrontare il tema del Mes e chiarire le relative fakenews veicolate dell’opposizione, visto che questo tema è poi stato oggetto delle domande poste dai giornalisti. A conferma del fatto che si tratta di argomento di interesse generale“. Il giornalista, sentendosi evidentemente citato, ha risposto anche questa volta in diretta televisiva: “Noi non censuriamo. Qui la libertà è assoluta, ma non c’è la libertà di qualcuno di dire: ora va in onda quello che voglio io. La libertà è una cosa seria. Noi preserviamo la nostra nel rispetto di chi segue questo telegiornale. Spero che venga preservata ancora, nonostante dei comunicati molto scomposti”.