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È morto Carlo Tivioli, un big del made in italy. Con lui se ne va un pezzo della vita della Milano chic

Morire ai tempi del Corona Virus è ancora più terribile. C’è più buio. Si muore in totale solitudine, senza l’ossigeno di parole di conforto

È stato il Karl Lagerfeld della pelliccia. Portandola a livello di sperimentazione e di sapienza artigianale mai raggiunto prima. I suoi capi da haute couture, cuciti uno ad uno dalle sue sarte nel laboratorio di Torino e poi in quello di Milano, erano indossati da regine, principesse e celebrity, e non mancavano mai a una Prima al La Scala o su un red carpet. Carlo Tivioli, 84 anni, era un pioniere anche nel design e il suo attico nel quadrilatero della moda era una sperimentazione di tubi al neon che incorniciavano le finestre. Lui la chiamava la maison de verre. Su una parete risalta un Oskar Schlemmer, anni Venti, Bauhaus: “Lui è stato l’idolo del fashion, della struttura. Lì ci vedi pure l’uomo di Leonardo”, spiegava attento alle letture interiori delle opere. Un temerario anche nell’arte contemporanea, ha incominciato a collezionare Boetti, Pistoletti, Fontana e Kounellis molto, molto prima degli altri. Milagros Branca è stata moglie e musa. E anche da separati erano rimasti uno il punto di riferimento dell’altro. Milagros, oltre a essere erede del Fernet, scrive romanzi. Il suo ultimo romanzo in uscita con Baldini e Castoldi, Storia di Uliviero, è dedicato a Carlo.

Nel solco dell’eredità creativa Clemente, il figlio, esploratore di tendenze e di culture dall’Uzbekistan al Rajasthan, stilista, ha rilevato attività e atelier. L’ultima sfilata qualche mese alla Triennale di Milano è stata il simbolico cambio di timone. Carlo non c’era, ma nel parterre c’era tutta la sua Milano ( Cecilia Colussi, Ottavio Fabbri, Raffaella Curiel) ad applaudirlo. Mentre grandi fotografi come Giovanni Gastel, Gianmarco Chieregato, Gianpaolo Barbieri e Michel Comte hanno firmato le sue campagne pubblicitarie. Un bellissimo ritratto di Gianmarco lo ritrae con quella sua aria dandy finito poi sulle copertine di mezzo mondo.

Il suo salotto frequentato da Gae Aulenti, Valentina Cortese, Inge Feltrinelli, Piero Castellini: una fetta della Milano d’intelletto chic che è sparita. Sfilare con Carlo Tivoli era il più bel défilé che una modella possa sognare: la scalinata di Piazza di Spagna per l’Alta Moda voleva celebrare il tricolore e ci mise addosso visoni colorati di rosso, verde e bianco. L’effetto/bandiera era strabiliante. Il ricordo ora, in un momento di coesione nazionale in cui tutta l’Italia si tiene stretta per uscire dal tunnel.
Ciao Carlo, Buona Luce.
Le foto sono un omaggio di Gianmarco Chieregato