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Coronavirus, qui a Londra ci aspettiamo un aumento esponenziale. E la colpa è la noncuranza di tutti

Il bollettino giornaliero inglese di domenica 22 marzo riguardo la pandemia da Covid-19 si chiude con 5683 casi totali (665 in più in un giorno) e di 281 morti accertati (48 nelle ultime 24 ore) e un terzo dei contagiati si trova a Londra.

Drammatica la notizia della scorsa domenica della morte di un giovane 18enne a causa del virus. Purtroppo questi dati non rappresentano la situazione reale dei contagi: il governo consiglia a chi ha lievi sintomi, come febbre e tosse frequente, di restare a casa in quarantena per circa 14 giorni – e a molti di loro non viene sottoposto alcun test.

Lunedì 16 marzo il governo ha cambiato rotta consigliando il “social distancing”. Purtroppo questo invito di Boris Johnson non è bastato: nonostante l’aumento esponenziale dei contagi, la popolazione continuava a riempire le strade e i locali. E così venerdì scorso il governo ha deciso di chiudere le scuole e tutti i luoghi di intrattenimento più comuni come i pub, bar, cinema, palestre, ristoranti e caffè.

Lo stesso giorno, il Chancellor of Exchequer (traduzione letteraria “cancelliere del tesoro”) Rishi Sunak ha presentato un piano di salvataggio di 350 miliardi di sterline per far fronte alla situazione. Inoltre, per tutti i dipendenti che non potranno più lavorare a causa della chiusura del posto di lavoro – come per esempio baristi/e, camerieri/e e altre categorie – è previsto un sostentamento mensile dell’80% del salario originale fino a un tetto massimo di 2500 sterline al mese.

All’inizio del week end le strade della capitale inglese erano molto affollate: gente letteralmente ammassata nei supermercati a comprare tutto quello che vi trovava – con una particolare attenzione per la carta igienica. Pochissime persone indossavano mascherine e nessuna misura di sicurezza è stata messa in pratica.

Da una parte quindi, la popolazione si è resa conto che si deve preparare a una possibile quarantena, dall’altra però pochissimi comprendono l’importanza del “social distancing” per arginare il contagio – e dunque, la ragione stessa della necessità di una quarantena. Per fare un esempio, durante lo scorso weekend ci sono state due giornate di sole sorprendenti. Dalla finestra della mia abitazione ho visto molti genitori con bambini andare al parco senza prendere alcuna precauzione.

L’Nhs (National Healthcare System) consiglia di rimanere a casa per evitare un sovraffollamento degli ospedali – i giornali inglesi hanno riportato che il sistema sanitario sta già affrontando grosse difficoltà a causa di questa pandemia. E’ importante ricordare che negli ultimi anni la sanità britannica ha subito diversi tagli di posti letto e personale – come riporta la Nhs Support Federation – e la Brexit non ha certamente lenito: il Nursing and Midwifery Council (Il consiglio di infermieri/e e ostetrici/che) ha riportato che da marzo 2017 a marzo 2019 c’è stato un calo di 4989 membri del proprio personale – originari di paesi dell’Ue – principalmente dovuto alla Brexit.

Dobbiamo prepararci a un incremento esponenziale dei casi dovuto soprattutto a questa noncuranza da parte della popolazione di questi giorni e al ritardo con cui il governo ha reagito all’emergenza. Con questo breve reportage lancio un secondo appello che segue il primo fatto la scorsa settimana: cambiamo le nostre abitudini e restiamo a casa. Proteggiamoci e proteggiamo i più vulnerabili.