Calcio

Domeniche bestiali – Cosa si fa pur di vedere la partita: oggi siamo tutti come quel signore sul tetto dell’auto (sperando sia la sua)

Ecco la rubrica del giovedì con il bestiario di ciò che accade nelle serie minori del pallone italiano. Le perle nei comunicati della giustizia sportiva regionale, quelle dei calciatori in campo e dei giornalisti in tribuna stampa

Rimestare. Ci tocca far questo, aprendo il vasto e prezioso archivio delle Domeniche Bestiali che furono e che speriamo tornino al più presto. Eh già, perché coi campetti vuoti e silenziosi, più tristi di un comunicato del giudice sportivo senza neanche una squalifica per cinque giornate, ci tocca aprire la dispensa, e raccontarvi quello che per esigenze di spazio non vi avevamo raccontato. Partendo da un’immagine, di quelle che oggi scaldano il cuore: di chi si attrezza con ogni mezzo e in ogni modo pur di vedere una partita, una partita che non è certo “El clasico” o il derby di Milano. E poi le solite prodezze verbali dei giudici sportivi, l’amore che sboccia in campo e fa passare in secondo piano tutto il resto fino al bullismo social che coinvolge ormai pure le categorie minori.

TRIBUNA CAPOTE
L’immagine è di quelle che solo il calcio dilettantistico può offrire e che oggi porta ancora più nostalgia. Uno spettatore che voleva guardare a tutti i costi Capistrello-Luco di Eccellenza Abruzzese dello scorso febbraio, e che per farlo era disposto anche a rimetterci diverse centinaia di euro dal carrozziere: è salito infatti sul tetto della sua auto per avere una postazione privilegiata. Situazione diversa nel caso in cui l’auto su cui è salito non fosse sua: circostanza che ricorderebbe l’Arrighe Sacchi di Crozza “Ho talmente umiltè che fuori da Milanello ho rigato la Porsche” e alla domanda della Gialappas (“Si è rigato da solo la macchina?”) rispondeva: “Ma mica la mia? Ho rigato quella di Panuzzi”. Si ringrazia Abruzzo Calcio Ignorante per la foto.

DELLE DUE L’UNA
Una categoria sempre affascinante è quella degli strafalcioni dei giudici sportivi, come quello della Lombardia che ha squalificato un calciatore del Fornovo San Giovanni, Prima Categoria perché “attendeva l’arbitro a fine gara e lo offendeva pesantemente venendo di nuovo allontanato dai presenti oppure allontanato dai presenti”. Delle due l’una: o è stato allontanato dai presenti, oppure dai presenti… sebbene la ragione, è noto, è sempre degli assenti.

QUANDO L’AMORE VIENE IL CARTELLINO SI ALZERA’
Diversivo interessante quello di un dirigente del Dormelletto, squadra di Promozione piemontese, che per ritardare una ripresa di gioco si è improvvisamente lanciato in effusioni con un calciatore avversario: “Allontanato dal campo per condotta gravemente antisportiva consistente nell’aver allontanato il pallone con le mani per ritardare la ripresa di gioco avversaria e per aver “abbracciato” per la medesima ragione un giocatore avversario”. Essendo passato un po’ di tempo ci si aspetta che non appena cesserà il divieto di celebrare matrimoni arrivi la partecipazione. C’è da dire però che il nome della squadra non è esattamente in linea con lo spirto amoroso, a dir la verità.

SE MI FAI PERDERE TI CYBERBULLIZZO
La tecnologia è un mezzo straordinario e anche i social, ma è chiaro che possono avere storture anche molto pericolose. E’ il caso di chi, come un tifoso-dirigente del Francavilla Calcio 1927, Prima Categoria abruzzese, scontento dall’arbitraggio si è introdotto negli spogliatoi filmando e fotografando gli arbitri, per poi dileggiarli sui social: “Al termine della gara, di persone non identificate ma chiaramente riconducibili alla società, nell’area antistante lo spogliatoio arbitrale, le quali rivolgevano, con fare minaccioso, espressioni offensive all’indirizzo della Terna Arbitrale. Uno di costoro protestava animatamente con grida ed espressioni irriguardose e, dopo essersi introdotto nello spogliatoio riservato alla Terna, utilizzava un apparecchio cellulare per realizzare foto e video degli Ufficiali di gara e di un’osservatrice AIA ivi presente, che venivano divulgati attraverso una app di messaggistica. Sanzione così determinata anche in ragione della totale mancanza d’intervento dei dirigenti della società”. Atteggiamento che è fruttato 2500 euro di multa alla squadra abruzzese.