Diritti

Coronavirus, il nostro isolamento non sarà un limite per la solidarietà

Durante questo periodo di incertezza, sono incredibilmente grata ai medici e agli infermieri che stanno dando tutto (in alcuni casi anche la loro vita) in risposta al virus. Sono grata alle persone che lavorano nelle farmacie, nei supermercati, nei campi, nelle aziende elettriche e di Internet e alle catene di approvvigionamento per mantenere il Paese funzionante. Sono grata a tutti coloro che rispettano il decreto isolandosi e non diffondendo il virus.

Sono anche grata alle molte persone che hanno lanciato e sostenuto petizioni su Change.org, che offrono un’ampia varietà di prospettive sulle preoccupazioni reali che ha la gente durante questa emergenza. Persone di ogni estrazione sociale si sono riunite per difendere questioni che toccano ogni aspetto della crisi.

Inizialmente abbiamo visto centinaia di petizioni che chiedevano la chiusura di scuole specifiche e il rinvio o la cancellazione di eventi sportivi, culturali e di altro tipo. Hanno chiesto i certificati di malattia a distanza. Queste petizioni facevano parte della protesta pubblica che ha aperto la strada alla leadership politica per attuare le decisioni che hanno portato a creare zone rosse e chiusure di scuole e luoghi di lavoro a beneficio della salute pubblica. Ora le petizioni più diffuse chiedono la riapertura degli ospedali, dal Forlanini di Roma al Cariati in Calabria fino al Trigona di Noto, in Sicilia.

Le famiglie hanno chiesto un sostegno speciale per le persone con disabilità: come Antonella, madre di Gianluca, 8 anni, che a scuola ha una copertura totale con operatore socio sanitario e maestra di sostegno. La madre – che adesso fa smart working – non riesce a lavorare e prendersi adeguatamente cura di lui e per questo chiede che, per le famiglie nelle sue condizioni, i permessi della Legge 104 vengano estesi in questo periodo di emergenza.

Gli italiani hanno presentato proposte creative per mitigare gli effetti della crisi. Inizialmente le persone hanno chiesto il lavoro a distanza, le università sono passate all’offerta di corsi online e gli studenti hanno chiesto gigabyte gratuiti per seguire i corsi (e alcune aziende hanno già accettato la sfida offrendo giga gratis).

Le persone colpite economicamente dalla chiusura si sono fatte avanti per chiedere supporto. Ciò include le richieste delle partita Iva, per sostenere gli asili nido privati, proposte di educatori, di persone che lavorano nel mondo dello spettacolo e di coloro che lavorano nello sport. Altre persone hanno sollevato il problema dell’impatto economico dell’emergenza a livello personale e hanno chiesto alle compagnie di rimborsare voli, biglietti ferroviari ed eventi sportivi cancellati. Le persone hanno chiesto di posticipare i pagamenti dei mutui e voucher per le babysitter se i genitori sono tenuti a lavorare.

Gli utenti hanno anche trovato il tempo di esprimere la loro indignazione per l’episodio legato alla “Pizza Coronavirus” (anche se adesso sembra sia accaduto un anno fa).

La gente ha chiesto di onorare il personale medico, non facendo pagare agli infermieri il parcheggio a Milano (una vittoria!) e di conferire la medaglia al Valor Civile a medici, infermieri e volontari in prima linea contro il Covid-19. I medici chiedono un’adeguata protezione sanitaria per svolgere il loro lavoro, con dispositivi di protezione a norma.

Gli studenti hanno chiesto che il momento speciale delle cerimonie di laurea venga rinviato (non cancellato!) e la sicurezza di non perdere un anno accademico a causa della crisi.

Utenti preoccupati per il mantenimento della pace e per le condizioni di salute della popolazione si sono espressi riguardo l’arrivo di 30mila soldati americani in Europa durante la pandemia per condurre esercitazioni militari congiunte della Nato.

Le persone hanno anche pensato a chi si trova fuori dall’Italia – per non abbandonare gli africani nella gestione dell’emergenza, o appellandosi al presidente Emmanuel Macron per cancellare le imminenti elezioni municipali in Francia. C’è chi chiede che Malta si metta in isolamento e chi chiede di aprire corridoi umanitari per i molti rifugiati in Grecia, che rischiano di contrarre il virus.

Questo coro di voci mostra non solo i terribili e variegati impatti del virus sulla salute, sull’istruzione e sull’economia, ma anche l’intelligenza e la sensibilità con cui molti italiani stanno sostenendo loro stessi e gli altri.

A Change.org, il nostro piccolo staff ha fatto sentire queste voci al meglio delle sue capacità, portandole all’attenzione dei decisori politici e delle aziende. In un momento in cui siamo tutti invitati a rimanere a casa, non lasceremo che le quattro mura delle nostre case siano un limite alla nostra solidarietà e alla cura che dobbiamo avere l’uno dell’altro.